Storia di una rottura inevitabile…

Ormai è ufficiale. Adriano Galliani lascia il Milan. La rottura è completa ed insanabile. Ma come si è arrivati a questo evento epocale in casa rossonera? Cosa ha spinto uno dei “fedelissimi” di Silvio Berlusconi a queste dimissioni così repentine? Senza ombra di dubbio, dalle parole pronunciate in giornata dall’ormai ex dirigente del Diavolo, si è capito che le dichiarazioni rilasciate da Barbara Berlusconi lo scorso 3 novembre sono state solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un vaso che forse si è cominciato a riempire quando Lady B ha fatto capire di essere interessata a diventare una figura sempre più importante in casa Milan e soprattutto, quando nel gennaio 2012, ha posto il veto sulla cessione di Pato (in quel periodo suo fidanzato) nonostante Adriano era già a Parigi ed aveva già venduto il brasiliano e comprato Tevez.

Ma, limitiamoci a quanto è accaduto nell’ultimo mese e ripercorriamo le ultime tappe che hanno portato Galliani, nonostante l’amore che lo lega al Milan, a lasciare senza neanche aspettare la fine della stagione. Dopo aver subìto quello che considera ‘un attacco di non ritorno’, il vicepresidente ha finito la pazienza. Il 3 novembre scorso Barbara Berlusconi con un comunicato Ansa invocò un cambio di filosofia aziendale. “Negli ultimi due anni non si è speso poco, si è speso male” disse l’ereditiera 29enne, provocando rabbia e delusione nell’ad che ora si rifiuta di aspettare di essere liberato. Poi, qualche giorno dopo, arrivò l’incontro in tribuna al Camp Nou in cui, una stretta di mano di circostanza ed un sorriso gelido, tolsero solo eventuali ulteriori dubbi sulla rottura ormai inevitabile che si era creata tra i due.

L’incompatibilità di vedute con la figlia del Cavaliere, che sta già lavorando per il futuro del club, ha reso incandescente la convivenza nella stessa sede. Per motivi di etichetta e per una buona causa (la beneficenza per Fondazione Milan) lo scorso mercoledì Galliani ha fatto violenza a se stesso e si è presentato al gala organizzato da Barbara. Ma dopo essere stato accusato di aver speso male nelle campagne acquisti delle ultime due stagioni e di non avere una rete di osservatori all’altezza di Roma e Fiorentina, il vicepresidente con orgoglio rivendica i risultati e non ha più voglia di continuare in quello che per lui non è mai stato un lavoro ma bensì un impiego al servizio di ciò che ha sempre amato di più: il Milan.

E a riportare la situazione sulla giusta carreggiata non è bastato neanche l’incontro di quel sabato  in cui l’ex ad rossonero, uscendo da Arcore dove aveva incontrato Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, dichiarava: “Silvio Berlusconi resterà per sempre il mio presidente” ed intanto meditava già di continuare a lavorare per lui (in politica, come amministratore delegato di Forza Italia o nelle sue aziende, da Mediaset a Ei Towers). Probabilmente Galliani in queste settimane si sarebbe atteso una presa di posizione più netta da parte di Berlusconi che, invece, non è arrivata. Ma, forse Silvio aveva già scelto trovando il giusto compromesso tra cuore ed affari. Accontentare la figlia regalandoli il suo giocattolo preferito (il Milan) e ridando una benefica linfa vitale alla sua “nuova” Forza Italia con una figura apprezzata ed amata da gran parte degli italiani: Adriano Galliani.

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