Billy Master in: “Il caso che non c’è”

SpazioMilan ha aperto una nuova rubrica dedicata alle parole, ai ricordi, alle testimonianze dei tifosi rossoneri che, a loro modo, possono scrivere, ripercorrere e raccontare il “loro” Milan. Potete inviare la vostra mail a redazione@spaziomilan.it o lasciare un messaggio sulla nostra pagina Facebook.

Si leggono tante cose, attorno al Milan, ultimamente. La locuzione più diffusa è “caos societario”. In pratica, l’avvicendamento ai vertici del club tra Galliani e Barbara Berlusconi, viene visto come un momento di confusione. Mi permetto, sempre molto umilmente, di dissentire. E’ esattamente il contrario. Il Milan, in questo momento, sta uscendo da una lunga fase di caos societario. Una fase che è iniziata da qualche anno a questa parte, da quando cioè i figli di primo letto di Silvio Berlusconi, vale a dire Marina e Piersilvio, hanno iniziato a chiedersi e a chiedere conto dei bilanci societari. Intendiamoci da subito: Marina e Piersilvio, checché ne dica il popolino, non sono mai stati contrari alla gestione economica di un pozzo senza fondo qual è il Milan. Per molteplici motivi. Innanzitutto, da persone pratiche del mondo finanziario, tanto Marina quanto Piersilvio sanno benissimo che il Milan è funzionale alla galassia Fininvest. Essendo, infatti, una società controllata, i “rosso” di bilancio che di anno in anno la società rossonera fa registrare vengono colmati attraverso gli attivi che, invece, fa registrare Fininvest. Questo comporta una riduzione dell’utile di bilancio “prima tasse”, da cui deriva, quindi, una minore esposizione tributaria. Fininvest, tradotto in parole povere, più ripiana i bilanci del Milan, meno paga in tasse.

Secondo aspetto: i figli di Berlusconi sanno benissimo qual è la potenza e l’importanza che hanno avuto, per l’immagine di Berlusconi padre, 27 anni di gestione Milan. Un veicolo di immagine impressionante. Ultimo aspetto, se volete anche un po’ pittoresco: ma sinceramente, voi, ce li vedete Marina e Piersilvio andare dal padre a dirgli “Non spendere più soldi per il Milan”? Ad uno che non darebbe retta nemmeno all’Altissimo, se non si presentasse previo appuntamento? Siamo seri. La realtà è che i figli di Berlusconi, nello specifico i già citati Marina e Piersilvio, sono stati sempre contrari agli “sprechi” nel Milan. A tutte quelle spese ritenute ingiustificate o spropositate.

Detto questo, come sostenevo all’inizio di queste righe, il Milan non è assolutamente in un momento di caos societario. Anzi, la realtà è che ne sta uscendo. Perché, finalmente, si è aperta la finestra sul futuro. Per anni abbiamo assistito ai balletti contro Galliani. Alle battute, alle uscite estemporanee. Abbiamo lentamente visto Barbara Berlusconi entrare in società. Prima attraverso Fondazione Milan, poi direttamente in sede. Adesso, finalmente, un punto è chiaro: da domani, inteso dal prossimo cda previsto ad aprile, a comandare sarà Barbara.

Con Galliani si stanno discutendo sostanzialmente due punti: la liquidazione, che non è però quella che si legge sui giornali, e il futuro impiego, una volta dismessi i panni di ad del Milan. Prende quota ultimamente la pista politica: non ho informazioni precise in questo caso, ma posso dirvi, a sensazione, che mi sembra poco praticabile. Per via del fatto che, in politica, soprattutto all’interno di un partito, non si hanno gli stipendi a cui Galliani è abituato. Molto più percorribile, almeno a parer mio, è la pista Mediaset. Del resto Galliani viene dalle televisioni, è il più gamba sul globo terrestre nella trattativa dei diritti. In soldoni, la tv è il suo pane. Quello che, per come la vedo io, preferirebbe mangiare. E indicativa, in questa direzione, è la presenza, nell’ultimo vertice di Arcore, di Fedele Confalonieri, guarda caso presidente di Mediaset e persona più fidata, assieme a Gianni Letta, di Silvio Berlusconi. Poi, nel doman v’è certezza. Anzi, una c’è: l’era Galliani è ai titoli di coda.

Billy Master

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