La stanchezza del tifoso, il caos ad ogni livello: a questo Milan serve più serenità o… un esorcismo?

Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Editorialista per IlSussidiario.net, collabora con La Gazzetta dello Sport, Il Giornale e Leggo. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason.

Mentre a Napoli si trinceranno dietro la presunta preparazione all’inglese di Benitez e sulla sponda più scura del Naviglio si cominciano a chiedere se l’Indonesia porti davvero sfiga, a Milanello, fondamentalmente, la solfa non cambia. E potremmo chiuderla qui: eviteremmo di parlare delle consumate, fastidiose beghe societarie, di Balotelli che ogni tanto si ricorda anche come si gioca a calcio, di Mexes e Zapata che una domenica “sono la coppia del futuro” e l’altra ci si domanda “come sarà con loro il futuro?“. Poi ti ricordi che arrivano Rami e Honda e che quindi, sì, qualcosa potrà anche cambiare, ma la verità è che il mercato di gennaio per noi praticamente non ci sarà. Perché è già stato fatto. Certo, Adriano Galliani avrà il pallino dell’amministrazione sportiva ancora per quattro anni… Peccato che nel frattempo Barbara Berlusconi sia già pronta ad accogliere a braccia aperte Paolo Maldini, a strizzare l’occhio a Sean Sogliano e a non seguire una trasferta che sia una. Perché anche questo va detto.

Ah, in tutto questo bailamme, in mezzo proprio, c’è tendenzialmente una squadra di calcio. Quella squadra gloriosa, ora paciosa per non dire boriosa, che continua a perdere punti per strada come le molliche di pane lasciate da Pollicino. Peccato che, a differenza del personaggio delle fiabe, il Milan dia la sensazione di non riprendere mai la retta via. “Bisogna migliorare a livello di attenzione. Io della squadra sono molto contento, stasera (sabato dopo Livorno-Milan, ndr) purtroppo non abbiamo avuto l’atteggiamento giusto. È mancata la determinazione, senza è difficile vincere“. E, in sé, può far piacere che Massimiliano Allegri si sia accorto di questa piccola mancanza, pur fuori tempo limite. Resta da capire per noi, profani in materia, da chi debba dipendere tutto ciò. “Evidentemente non sono stato abbastanza bravo…“, ammette Max. Più logico pensare che, forse, la determinazione manchi anche a lui: difficile sputar sangue a fine contratto e in una situazione societaria da telenovela di basso, bassissimo spessore.

E pensare che Napoli, Inter e Fiorentina stanno veramente facendo di tutto per darci una mano, pur ancora da lontano. Ma quest’anno sembriamo non volerne proprio approfittare: sembra non esserci interesse, sembrano non esserci stimoli. Ed è terrificante. Un anno fa, di questi tempi, il Milan aveva già avviato quella clamorosa risalita che avrebbe avuto poi il suo apice con l’arrivo di Balotelli: oggi niente e nessuno sembra poter scuotere la peggior nemesi mentale dell’era berlusconiana. È proprio come se la squadra stia facendo di tutto per flagellarsi nel tentativo di pagare una sorta di debito maturato dopo la stagione scorsa. Processo mentale contorto, ma anche alibi perfetto. Resta la Champions, luogo in cui anche la mediocrità ha il suo discreto successo. Le due vittorie col Celtic non sono certo state uno spettacolo per gli occhi, eppure basterà un punto con l’Ajax per raggiungere ancora una volta gli ottavi. A quel punto, aspetteremo febbraio. E un miracolo ai limiti dell’esorcismo.

Twitter: @Chrisbad87

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