Mario c’è, il Milan no: a Livorno sono due enormi passi indietro

All’Armando Picchi, malgrado tutti i presupposti per vincere in scioltezza, il Milan disputa una prestazione del tutto deludente e non va oltre il due a due. Già dalle primissime battute si capisce che gli uomini di Allegri non sono né determinati né concentrati: i padroni di casa, correndo alla follia, riescono a impossessarsi della metà campo e si trovano nelle condizioni di ripartire con efficacia. Il gol del vantaggio rossonero- Balotelli deposita in rete l’unica grande giocata di un Kakà non in giornata- rappresenta un’illusione. Il Livorno è tutt’altro che irresistibile, presenta mediani grintosi ma ingenui dal punto di vista tattico e una retroguardia perforabile, ma il Milan non ne approfitta e disputa una gara caratterizzata da leziosismi e superficialità.

Il centrocampo è un colabrodo: Nocerino vaga per il terreno di gioco senza una meta e non dà il minimo apporto in fase di copertura, Montolivo dimentica la grinta negli spogliatoi e si distingue per lentezza e mancanza di inventiva, mentre De Jong prova a battersi con furore ma non riesce a imporsi. Proprio a seguito di uno svarione del centrocampo, mai posizionato nella maniera corretta, arriva il pareggio di Siligardi. Anche la difesa, che però ha la scusante di non essere protetta dai mediani, è rea di una brutta prova: sulle fasce Poli ed Emanuelson dimostrano la loro inettitudine verso la fase di copertura e non propongono nessun cross degno di nota, mentre al centro Mexes è sempre in ritardo e continua a spingersi in avanti senza logica, lasciando Zapata in balia delle ripartenze avversarie. Un altro corpo estraneo alla partita è Birsa che, dopo trentasette minuti in cui non combina nulla di buono (non salta l’uomo, non ripiega e sbaglia l’impossibile), viene sostituito da un El Shaarawy volitivo ma non ancora in condizione.

Nella ripresa la musica non cambia. Il Livorno concede terreno, ma il Milan non ne approfitta e si rende pericoloso con il solo Balotelli, che in apertura si vede neutralizzare una bella conclusione. E a seguito dell’ennesimo svarione del centrocampo, che regala spazi tra le linee e azioni di rimessa, Paulinho approfitta del pessimo posizionamento della difesa e in contropiede realizza il gol del sorpasso. Il tempo per recuperare c’è, le occasioni non mancano, ma i rossoneri appaiono rinunciatari e per nulla incisivi. Niang entra al posto di Nocerino ma commette errori su errori, tanto da sbagliare anche un gol facile, mentre il Livorno può approfittare di altri contropiedi ma non trova il colpo della vittoria.

Una gran punizione di Balotelli, che poi colpisce anche la traversa dalla distanza, evita la sconfitta. Ma non basta. Così non può andare. Il Milan, dopo due vittorie incoraggianti, perde due punti preziosi e fallisce l’occasione per stabilizzarsi nella parte sinistra della classifica. Il calvario continua e, soprattutto, c’è l’impressione che la squadra non impari dai propri errori, non voglia dare una vera e propria svolta alla propria stagione e possa sprofondare da un momento all’altro.

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