Triste talismano: se si va così così in campionato, poi in Europa…

Tira aria di Champions in casa Milan. Per dir la verità già da alcuni giorni, infatti, pare proprio che i ragazzi scesi in campo a Livorno, compresi i sempre impeccabili Kakà e De Jong, abbiano tenuto molto da conto il fatto che mercoledì 11 dicembre, ovvero domani, si giocherà la sfida più importante di questo periodo natalizio che comprende tra le altre la sfida alla Roma e il derby. Sì, è la più importante, perché un passo falso a San Siro con l’Ajax ci escluderebbe dagli ottavi di Champions, non rientrando nelle regine d’Europa e lasciando il passo proprio agli olandesi.

Andando ad analizzare le sei gare di Serie A precedenti alla sfida infrasettimanale di Champions, abbiamo notato che ogni volta la prestazione è sempre stata al ribasso, mai convincente e soltanto due volte vincente, mai fuori casa. Delle due gare fuori casa, con Torino e Livorno, abbiamo cavato due pareggi per 2-2 contro squadre alla portata del diavolo. Due Birsavittorie con Udinese e Sampdoria, e le sciagurate gare con Fiorentina e Genoa.

Partiamo dal girone d’andata, per chiarezza. Il 18 settembre in casa abbiamo affrontato il Celtic, vincendo per 2-0 nei minuti finali grazie ai gol di Zapata e Muntari: gara non del tutto convincente sotto il punto di vista tattico, con qualche rischio e le reti più fortunate che belle. Prima di questa sfida europea era arrivato il pareggio di Torino per 2-2: la difesa ballerina ci regala due gol incassati con un Zaccardo da horror, poi il pallone beffardo di Muntari e il rigore di Balo al 97′ salvano il Milan. Sarà polemica. Poi due sfide soporifere in casa, illuminate da due lampi di Birsa, due gol da 6 punti che gli valgono la permanenza nel ruolo di titolare ancora oggi (ma ancora per quanto?). Alla sfida con l’Udinese risponde la figuraccia ad Amsterdam: ancora, come a Torino, è Balotelli su rigore nel recupero a salvare la pelle al Milan. Dopo la Samp, invece, c’è stata la sfida di San Siro col Barcellona: sembrava la serata perfetta per rinascere, ma si è rivelata solo un illusione nella siccità d’idee rossonere. Un 1-1 di prestigio ma che in sostanza non ci ha fatto svoltare. Dopo le prime tre gare siamo bloccati a 5 punti dietro al solo Barcellona, come preventivato.

Il girone di ritorno è ancora più thriller se possibile. Si parte con Milan-Fiorentina in attesa della sfida al Camp Nou di Barcellona. La gara finisce male con un 2-0 per i viola. I tifosi contestano pesantemente la squadra al grido di “vergogna!“, San Siro si gela. L’occasione per ripartire è la Champions, ma anche qui il Milan ci ha contato troppo: un Barcellona splendente con un Messi tirato a lucido come poche volte in questa stagione tengono la testa del diavolo sott’acqua, si perde 3-1. Una speranzina ce la lascia Kakà, con quel numero si Dani Alves, ma è veramente troppo poco. Poi arriva il Genoa prima del Celtic. La reazione è attesa perché se no non se ne viene fuori. Arriva un pareggino striminzito, ma tutto sommato giocato bene, è mancato giusto il gol (di Matri, Birsa o Zapata per dirne alcuni). I tifosi esplodono, Kakà e Abbiati cercano di sedare l’assedio allo spogliatoio e promettono una vittoria. A Glasgow è 3-0 per il Milan, sembra la rinascita anche perché poi si vince ancora, e ancora. Livorno smentirà la striscia vincente, ma non sarà solo colpa della Champions?

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