Quel “fattore C” presente nel Milan di Allegri che c’è, ma non si vede…

Il Milan 2013/2014, a livello generale, sta colpevolmente deludendo le attese. Ma se la Champions rappresenta una parentesi felice, uno palcoscenico dove “distrarsi”, c’è anche, soprattutto, un campionato fin qui anonimo: -20 dalla vetta della Juventus, -10 dall’Inter, per esempio, ed un distacco dal terzo posto che sembra incolmabile. E siamo solo a dicembre, anche se questo potrebbe essere un vantaggio: c’è ancora tempo per recuperare. Quest’anno però la rimonta sarà maledettamente più difficile a causa del mercato superiore di Napoli, Roma e Fiorentina, non solo: i rossoneri arriveranno alla sosta di Natale, strano ma vero, con meno punti rispetto alla crisi di un anno fa. Speranze e possibilità imparando dal passato, il Milan può far valere il suo “fattore C”.

C COME CAGLIARI, CELTIC E CATANIA – 3 delle sole 5 squadre battute dal Milan al momento. Il 3 a 1 (Robinho, Mexes, Sau, Balotelli) di San Siro contro la squadra di Lopez rappresentò la prima di Matri in rossonero e la notte dell’annuncio del ritorno di Kakà. Con il Celtic, invece, il Diavolo ha costruito la qualificazione in Europa, anche se non è ancora ufficiale. Il Catania ha poi rappresentato il primo successo esterno stagionale in Italia, forse il possibile inizio di un filotto di buone cose (società compresa) da qui al 22 dicembre.

C COME CAMPIONATO E CHAMPIONS – Come detto, in Serie A il Milan è indietrissimo, Livorno, Roma e Inter saranno dei banchi di prova difficili ma importanti, se superati la crisi potrà dirsi alle spalle. Ci sono anche da migliorare i numeri: 21 gol fatti, 21 subiti ed una differenza reti pari a 0. in Champions, al contrario, i rossoneri non hanno deluso, sono sufficienti ed abbastanza vincenti: con il Barcellona, nel complesso, si è quasi retto il confronto, con l’Ajax l’11 dicembre basterà un punto in casa per dire: ottavi.

C COME… culo”. La parola che a sorpresa Allegri ha pronunciato per 3 volte nella conferenza stampa di sabato scorso, per criticare chi sostiene che il Milan gioca male. Un epiteto diretto e sincero, efficace. Quello che manca al Diavolo attuale, mentre sul finire dell’anno scorso ce n’è stato e non poco. Gli infortuni lo testimoniano: da El Shaarawy a De Sciglio, passando per Bonera, Saponara e Abate. E la lista potrebbe proseguire. Il Milan del 2013 riflette sul “fattore C” di ieri per provare a conquistare quello di domani.

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