Lippi: “Cosa deve fare di più Allegri per essere considerato un grande allenatore?”

Marcello Lippi, allenatore del Guangzhou Evergrande, con cui si appresta a giocare la Champions asiatica, ai microfoni della Gazzetta dello Sport ha parlato della Champions nostrana, quella che ha visto le eliminazioni di Napoli e Juventus e la “sopravvivenza” del solo Milan. Ecco le sue parole: “Non parliamo di crisi generale. Il Milan ce l’ha fatta in condizioni difficili e il Napoli è arrivato a un millimetro da un’impresa straordinaria. Non si può parlare di fallimento se esci da Dortmund e Arsenal con 12 punti. La delusione vera è stata la Juventus. Conte ha ammesso a Istanbul che la qualificazione è stata persa nelle due partite iniziali: la Juve vale almeno i quarti come l’anno scorso, non l’Europa League. A me fa sensazione vedere che gli unici superstiti sono quelli che sin qui in stagione hanno avuto più problemi. Ma lo ripeto, non è casuale: il rapporto del Milan con l’Europa e la capacità di concentrare in Champions le energie migliori sono proverbiali”.

Su Galliani: “Se fosse solo per le medaglie non avrebbe più spazi liberi sull’intera giacca. Galliani è un uomo di mondo, uno consapevole che certe situazioni si possano verificare. Ne uscirà bene grazie all’esperienza. Mi chiedo anche cosa debba fare di più Allegri per convincervi di essere un grande allenatore. Sono tre anni che il Milan viene smontato e rimontato, eppure lui riesce sempre a trovare la chiave per riaccenderlo e ripartire”.

Su Balotelli: “Abete è testimone: prima di stilare la lista gli spiegai il perché dell’esclusione di Mario. All’epoca giocava nell’Under-21 e il suo comportamento disciplinare non era proprio inappuntabile. Ditemi pure che sono all’antica, ma per me la convocazione in Nazionale di un giovane, per quanto forte, è comunque un premio. E i premi si danno a chi li merita. Premesso questo, aggiunsi ad Abete che la mia squadra avrebbe avuto bisogno di una poderosa rinfrescata dopo il Sudafrica, a prescindere dal risultato, e che Balotelli sarebbe stato uno degli uomini-chiave del nuovo ciclo. É ovvio che sia lui l’uomo su cui puntare in attacco, l’importante è che non si senta depositario di tutte le nostre speranze, finendone schiacciato. Lasciamolo giocare tranquillo“.

Impostazioni privacy