Al centro(campo) del mercato…

Il mercato di gennaio entra nel vivo, sarà un mese di nomi, si rincorreranno voci, conferme e smentite ma di trattative vere e proprie, per mancanza di soldi, ne vedremo poche. In casa Milan si punterà molto sugli scambi come ha dichiarato Adriano Galliani. Arrivati Rami e Honda adesso il reparto da rinforzare è il centrocampo. Il nome caldo resta sempre quello di Radja Nainggolan, che il Cagliari è disposto a vendere solo alle sue condizioni. Per la metà del belga vuole 7-8 milioni più la metà del giovane Bryan Cristante. Il Milan ci pensa, la trattativa è ben avviata e il ritorno di Galliani dal Brasile potrebbe accelerare l’affare. Anche perché Cristante è richiesto da molti club, oltre ai sardi c’è il Verona e lo Spezia di Mangia, ma la dirigenza rossonera lo ha blindato e lo ha promesso soltanto a Cellino.

L’ostacolo, come sempre, è rappresentato dal conguaglio in denaro che il Milan vorrebbe ridurre di almeno un paio di milioni. Dicevamo dell’Hellas Verona che ha fatto un sondaggio per il classe ’95. Nei gialloblu gioca quel Jorginho che farebbe molto comodo ad Allegri ma che difficilmente lascerà Verona a gennaio. Molto più probabile una partenza a giugno con Sogliano che sarebbe un ottimo sponsor per portarlo a Milano. In estate però il prezzo sarà almeno raddoppiato rispetto ai 5 milioni che il club veneto chiedeva l’anno scorso per il suo regista.

L’alternativa più credibile a Nainggolan resta Marco Parolo, ma anche qui il Parma chiede contanti e lo vende solo a titolo definitivo come ha affermato il dg Leonardi. La Roma sta spingendo molto ma il Milan potrebbe giocare la carta Saponara, a metà tra i rossoneri e il Parma, per convincere Ghirardi. Insomma i nomi che si fanno sono sempre i soliti, ma il Milan deve accelerare e non aspettare la fine del mese, in modo da permettere al nuovo acquisto di ambientarsi e conoscere la nuova realtà Un innesto a centrocampo fondamentale soprattutto per la Champions perché nella prima gara contro l’Atletico saranno squalificati sia Muntari che Montolivo. Un’esigenza tecnica e anche numerica, sperando che questa volta non prevalga l’ormai arcinoto diktat societario “se non parte nessuno non arriva nessuno”.

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