Seedorf ha tenuto una conferenza stampa per annunciare il suo addio al calcio, rileggi le parole dell’ormai nuovo allenatore rossonero. Queste le sue dichiarazioni: “Smetto di giocare a calcio dopo 22 anni. È stata una notte difficile, ma sono soddisfatto di quello che ho fatto nella mia carriera, di quello che ho fatto con il Botafogo. Lascio la squadra con la qualificazione alla Libertadores. Qui ho passato momenti felici, ringrazio tutti e vi guarderò da lontano”. Ancora Clarence: “Spero che il Botafogo continui a crescere e a migliorare mentalmente e tecnicamente. È stato fatto un ottimo lavoro”.
Sull’esperienza brasiliana: “È stato prezioso per la ma vita cambiare città e paese e venire qui, ho affrontato una nuova cultura, ho appreso molto e mi sento migliorato. Ho cercato di proporre delle nuove idee, come l’adottare seriamente la fisioterapia. Le difficoltà ci sono sempre ma vanno affrontate, il ritmo del calcio va sempre aumentato“.
Un retroscena sul suo approdo al Milan: “Ieri, quando mi ha chiamato Silvio Berlusconi, non potevo parlare. Ero ancora concentrato al progetto Botafogo, fatto di giovani e risultati. Sono soddisfatto di quello che ho fatto qui”. Sulla sua carriera da giocatore: “Se avessi potuto giocare altri cinque anni sarei rimasto, perché qui al Botafogo il gruppo è giovane e competitivo. Ma la carriera di un giocatore non è eterna. Il calcio è parte della mia vita, ma non tutta la mia vita. Sapevo che prima o poi sarebbe finita. Ho scelto il Botafogo perché era una sfida tornare a far brillare questa stella. Mi piacciono questo genere di sfida, come poteva essere quella con il Torino in Italia o il Chelsea di dieci anni fa“.
L’ormai ex giocatore del Botafogo saluta così i suoi vecchi tifosi: “Questo non è un addio, ringrazio i tifosi e mi piacerebbe abbracciarli uno ad uno. L’ultima partita, dove ho segnato un gol, è stata fantastica”. Sul Milan invece: “Oggi non dirò nulla sul Milan. E’ una nuova sfida, ma sono tranquillo. Non ne voglio parlare oggi, perché questo è il momento di celebrare la fine della mia avventura al Botafogo”. Unica considerazione sui rossoneri: “Al Milan spero di tornarmi a giocare un Mondiale per club”.
Ultima considerazione del prossimo allenatore rossonero: “Quando sono in un club do sempre il cento per cento. E il Milan è la società in cui sono rimasto di più, dieci anni. Ed è normale che ci siano grandi sensazioni nel rapporto con questo club: è qualcosa di speciale. Ho sempre avuto l’idea di diventare allenatore, anche se non sapevo quando. E’ un passo naturale, ed è anche un modo per proseguire la mia missione nella vita, cercare di rendere il mondo migliore attraverso il calcio. Non più come attore in prima persona, ma allenando gli attori, i giocatori, che sono un modello per i giovani. Bisogna seguire il cuore. La testa può farti prendere decisioni sbagliate, ma il cuore non sbaglia”.