Ci stiamo perdendo Balo?

Ci stiamo perdendo Balo?“. Titola così, stamane, La Gazzetta dello Sport, che su più fronti e con vari colleghi analizza momento e prestazioni di SuperMario, soprattutto quello visto a Napoli. Le lacrime del San Paolo hanno un motivo umano e semplicissimo: il mancato incontro con la figlia Pia. Dopo una settimane piena di tensioni (e creste).

Dopo il riconoscimento ufficiale, infatti, Balotelli fino a sabato sera aveva accarezzato l’occasione unica di vedere la piccola per la prima volta, ma i legali gli hanno negato tale possibilità, anche a costo di rimettere il mandato, spiegandogli che quel primo incontro esigeva un percorso di avvicinamento, una preparazione burocratiche che sminasse qualsiasi rischio, viste le cause in corso. Da qui un mix contrastato di emozioni che hanno compromesso il rendimento, quindi anche l’umore: il pianto è stato il gesto più normale e naturale del mondo, che non merita di essere scomposto ai raggi x. Piuttosto, interessa quello che (non) sta facendo in campo. Poca corsa lì davanti (molto meno rispetto ai grandi attaccanti d’Europa, come Higuain, da vicino, o C. Ronaldo, da lontano) ed un atteggiamento scostante e spesso irritante.

Servirà un grande lavoro per migliorarlo e fargli spiccare il benedetto volo, servirà uno come Clarence Seedorf. O come Prandelli, fondamentale il suo lavoro in chiave Nazionale, che oggi a Tuttosport ha dichiarato: “Balotelli si può aiutare da solo, se parte da quel pianto. Le lacrime della svolta. L’inizio possibile di un nuovo modo di gestire tutto“. O forse basterebbe la compagna Fanny. Non solo, sulla questione si è espresso anche Mancini: “Mario ha tutto per essere uno dei migliori, però sta perdendo tempo. Non faccia come Adriano“.

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