Un’ora di splendore, poi il crollo: allarme condizione fisica, un problema dalle origini profonde

Bellissimo, poco cinico in attacco ed ingenuo in difesa, potrebbe essere questa la sintesi del Milan visto ieri sera a San Siro contro la Juventus. Una squadra coesa e non banale, con idee nuove e che propone calcio senza improvvisazione, dominando la squadra che presto vincerĂ  il prossimo scudetto (il terzo di fila). Alla fine la differenza l’hanno fatta gli errori piĂ¹ che gli episodi: il Milan ha confezionato e sprecato occasioni limpide, clamorosa quella di KakĂ  al 25′, poi è stato infilato da Llorente (il “difetto” è di Rami che sbaglia il colpo di testa, Marchisio, Tevez e Lichtsteiner hanno fatto il resto) ed uno strepitoso Tevez (con i rossoneri fermi a guardarlo). Il Milan ha subito i singoli della Juventus, non l’ha sofferta.

Per intensitĂ , corsa e classe è stato una delle migliori prime frazioni della storia recente, un Milan limpido e brillante. Ma con poca batteria. Nessuna sorpresa, i bianconeri hanno solo confermato il problema: il Diavolo si spegne troppo presto. E’ rimasto “acceso” solo un’ora, il limite massimo raggiunto dopo l’arrivo di Seedorf, come successo in Champions. Il vero danno è che non si parla di calo ma di vero e proprio crollo, e così i vari KakĂ , Taarabt e Pazzini dal 60′ quasi scompaiono dal campo. Un vecchio problema di “Allegriana” memoria, quello di una preparazione che in estate è stata profondamente sbagliata (e anche quella d’inverno lascia a desiderare): si voleva un Milan fresco fin dall’inizio, Verona e Sassuolo hanno emesso sentenze dolorsa. La Juve come i Colchoneros: la condizione fisica del Milan scade prima della metĂ  della ripresa. Ma in questo senso ci sono due grandi differenze: la prima è che in Europa il Milan è stato iellato, fermandosi al palo; ieri, invece, colpevole di essere stato poco lucido ed efficace in zona offensiva. Due prestazioni splendide, 0 gol: ancora non ci siamo.

Il bicchiere, comunque, resta mezzo pieno, dipende dalle aspettative. Anche in caso di vittorie i rossoneri non avrebbero rivoluzionato la propria classifica, la stagione è iniziata malissimo e finirĂ  con qualche sorriso in piĂ¹, ma stravolgere la tendenza ormai sembra un’impresa impossibile. Fermiamoci agli applausi senza sosta che Seedorf ha battuto in ogni istante e per ogni giocatore, fermiamoci a questo Milan da applausi. BisognerĂ  crescere ancora parecchio per tornare a competere: parola d’ordine, concretezza.

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