Si è chiuso un ciclo, ad ogni livello. Società è più logora della squadra. E Seedorf…

Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Collabora con La Gazzetta dello Sport, Il Giornale e Leggo. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason (canale 114 del DTT).

Il day after Atletico-Milan è pesante come pochi. Difficile ragionare lucidamente al termine di uno spettacolo che ha rappresentato l’estrema sintesi non solo della stagione, ma del momento storico di questa società. Pensare a un gap tale con degli avversari, sì, secondi in Liga, ma non certo impenetrabili, fa male alla nostra tradizione, fa malissimo a chi ci ha creduto pure ieri e, invece, alla fine, per l’ennesima volta negli ultimi tempi si è dovuto arrendere di fronte all’evidenza. Ora sì che si è chiuso un ciclo: la sensazione è che questo ciclo si stia chiudendo ad ogni livello. E se l’allenatore è in panchina da undici partite, la società è al comando da 28 anni ed appare l’elemento più logoro di questo puzzle.

Un puzzle che per anni ha avuto il nome forte ed unico di Silvio Berlusconi, che ha poi demandato ad un altro grande dirigente, il più importante della storia rossonera: Adriano Galliani. E forse, per la prima volta, dobbiamo renderci conto che tutto sta finendo, o che quantomeno sta arrivando una svolta epocale. Ritorna alla mente il dossier Bloomberg di qualche giorno fa, quelle voci che vorrebbero la proprietà ormai desiderosa di voltare pagina. Ed ecco altre indiscrezioni, quelle che ieri sera, in diretta su Telelombardia, il direttore Fabio Ravezzani ha lanciato poco prima della partitissima: per il presidente il futuro è Barbara. Galliani ha rappresentato tantissimo, ma ora basta.

Difficile capire le reali garanzie che una dirigente come la Dott.ssa Berlusconi, che dal padre ha ereditato l’intraprendenza ma forse non totalmente l’amore per il calcio, possa garantire ad un popolo nobile come quello rossonero. Sempre schiva, per ora le sue presenze sono centellinate. È una responsabilità che, ci rendiamo conto, non è facile da assumersi, ma i tifosi del Milan hanno proprio bisogno di certezze, di passione e di una proprietà sveglia e coinvolta. Una società di calcio è un investimento in perdita, in partenza. Non si può pensare di fare utili in questo modo in Italia, a meno che non si voglia diventare per i prossimi anni una squadra di metà classifica, che valorizza e vende subito al miglior offerente.

Non avrei voluto soffermarmi sugli eventuali errori di alcuni elementi in campo, oltre a quelli di Clarence Seedorf. Che, però, a fine gara ha dichiarato: “Le condizioni fisiche che ho trovato al mio arrivo non erano ottimali, ma è chiaro che quando devi sempre rincorrere fai fatica fisicamente e mentalmente“. Sparare sul pianista, soprattutto a oltre due mesi di distanza, non è mai particolarmente elegante. E questa volta l’olandese ha perso davvero una buona occasione.

Twitter: @Chrisbad87

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