A Udine torna il “solito” Milan

La partita contro la Juventus di domenica scorsa, pur terminando con una sconfitta, aveva lasciato soddisfatti la maggioranza dei tifosi rossoneri, per via del gran bel gioco espresso dalla squadra, seguito al successo di “Marassi” e all’altra grande prestazione contro l’Atletico Madrid. La sfida di ieri contro l’Udinese, invece, ha fatto segnare l’ennesimo passo indietro in una stagione disastrata. Quella del “Friuli” è stata, tutto sommato, una sconfitta meritata, perché, pur muovendosi molto, la squadra di Seedorf ha commesso gravi errori in tutti i reparti. Adesso anche la zona Europa League si allontana vertiginosamente e questo Milan, statistiche alla mano, rischia di diventare il peggiore degli ultimi decenni. Se è vero che con Seedorf il gioco è migliorato, nella sostanza, vale a dire vittorie, poco è cambiato. E la cosa fa davvero preoccupare. IN RIBASSO.

Dicevamo dei reparti. Partiamo dal ruolo che negli ultimi tempi ha regalato immani imbarazzi, la difesa. L’unico uomo discretamente all’altezza sembra essere Rami, tanto è vero che ieri, in sua assenza, la premiata ditta Zapata-Mexes ne ha combinate di tutti i colori e i gol per l’Udinese, non fosse stato per un grande Abbiati, potevano essere decisamente di più. Lo si era ampiamente capito sotto la gestione Allegri e al “Friuli” se ne è avuta un’imbarazzante conferma: Mexes e Zapata non sono da Milan, insieme producono più danni che utili. In questo momento, le migliori garanzie vengono, il che è tutto dire, da Rami e Bonera. IN RIBASSO.

Non va meglio, anzi, a ben guardare possiamo dire che va decisamente peggio, per il reparto offensivo, nel quale facciamo ovviamente rientrare la trequarti. I rossoneri non vanno in gol da circa 200 minuti e oserei dire che la colpa minore ce l’hanno proprio le prime punte, ovvero Pazzini e Balotelli, che, quando scesi in campo, si sono fatti in quattro, soprattutto il primo. A imbarazzare è la trequarti a tre che Seedorf si ostina a schierare benché non produca risultati. Kakà è decisamente fuori forma e le prove di ieri di Robinho, Birsa e soprattutto Honda hanno fatto letteralmente rabbrividire. Come analizzato dalla «Gazzetta dello Sport», i trequartisti del Milan hanno sempre giocato spalle alla porta, limitando al massimo i tagli in area e i dribbling, con conseguente pericolosità limitata. Se Binho, considerando il lungo periodo di assenza, si è mosso sufficientemente e ci ha messo del suo, le prove di Birsa e del numero 10 giapponese sono state davvero imbarazzanti. Urge cambiare decisamente marcia. IN RIBASSO.

La sintesi di tutta questa analisi non può che sfociare in statistiche al ribasso. Con cinque sconfitte in dieci gare ufficiali, la squadra di Seedorf rischia di passare alla storia, ma in quella dei peggiori Milan di sempre. Una situazione simile, fatta di nove vittorie, otto pareggi, dieci sconfitte, 39 gol fatti e 38 subiti, con soli 35 punti in 27 giornate, non si verificava infatti dalla stagione 1983/84, quando il Milan chiuse il campionato a metà classifica. In quell’anno i rossoneri arrivarono a quota 32 punti (ma all’epoca i punti assegnati per vittoria erano 2) con 10 successi, 12 pareggi e 8 sconfitte, con 37 goal fatti e ben 40 subiti. In una stagione disastrata, siamo arrivati a sperare di non riuscire a fare peggio. IN RIBASSO.

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