Caos Balotelli: ennesima bocciatura e futuro in bilico

Nella sciagurata notte del Vicente Calderon, c’è un giocatore che ha deluso particolarmente le aspettative: stiamo parlando di Mario Balotelli.

L’attaccante rossonero numero 45 fallisce, clamorosamente, nella serata che avrebbe potuto invece dargli la definitiva consacrazione a rango di campione. Certo, la rumorosa sconfitta del Milan in quel di Madrid non è da imputare esclusivamente a Balotelli, ma da lui ci si attendeva qualcosa in più, quel qualcosa che contro le big, o in generale negli appuntamenti importanti, Mario dimentica. La Champions di Balotelli termina con sole 3 reti segnate, 1 nei preliminari contro il Psv e due nella fase a gironi con Ajax e Celtic, addirittura peggiore lo score contro le big della Serie A: 1 solo gol, dopo un rigore sbagliato, contro il Napoli. SuperMario ha più volte dimostrato di possedere i colpi e la classe per rientrare nella top ten degli attaccanti più forti al Mondo, ma per rientrare nel gruppo con Messi e co. c’è bisogno di esser forti anche caratterialmente e psicologicamente. Anche nel match di ieri, si sono viste entrambe le facce di questo tormentato ragazzo: passaggio splendido per Poli nell’azione che ha portato al pareggio, svogliato in campo ed a tratti irritante, tatticamente un pesce fuor d’acqua (emblematico il richiamo di Kakà che durante un coast to coast se l’è ritrovato di fianco piuttosto che avanti), nervoso ed in continua polemica con compagni ed arbitro; emblematico il commento di Arrigo Sacchi: “Balotelli ha più qualità di Diego Costa, ma lo spagnolo è un giocatore. Se hai una squadra, è importante avere un’orchestra, con undici uomini che si muovono insieme”.  In questi termini, regge, anzi reggeva, il paragone con un idolo di Balotelli, quel Zlatan Ibrahimovic che fine allo scorso anno negli appuntamenti di Champions diventava un desaparecidos, con la differenza che il peso specifico dello svedesone in campionato risultava determinante, anche contro le big. Quando poco più di un anno fa Adriano Galliani strappò Balotelli al Manchester City, per circa 22 milioni di euro, i tifosi, la società (ad esclusione forse solo di Silvio Berlusconi) e gran parte degli addetti ai lavori, ritenevano che l’ambiente rossonero potesse essere, anche in virtù della passione milanista di Mario, l’ideale per la sua definitiva consacrazione, ma, fino ad oggi, il peso delle delusioni supera quello delle soddisfazioni. Il tutto unito ad un comportamento, fuori dal rettangolo verde, ampiamente rivedibile: tra risse, vere o presunte, in discoteca e foto non propriamente opportune su Twitter.

Resta una sola riflessione da fare: Mario Balotelli è l’uomo giusto su cui puntare per poter rifondare il Milan? Gli restano 11 partite per cercare di cambiar rotta, per cercare di riconquistare il Diavolo.

 

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