I primi passi di Essien: inserimento up, qualche panchina di troppo

Il suo arrivo è stato in dubbio per quasi tutto il mercato invernale, ma l’arrivo di Seedorf ha accelerato le operazioni, che sono poi andate a buon fine: stiamo parlando di Michael Essien.

Il giocatore ghanese è giunto a Milanello soprattutto in ottica Champions, dato le squalifiche di Montolivo, sia per l’andata che per il ritorno degli ottavi, e Muntari, quest’ultimo per la sola gara d’andata. Dato il lungo periodo di inattività al Chelsea, mister Seedorf ha deciso di schierare Essien, con De Jong, per la prima volta nella difficile sfida esterna contro il Napoli, esattamente un mese fa: il risultato non è di certo stato eccellente, con la mediana azzurra che ha nettamente sovrastato quella rossonera, ma forse di più non si poteva chiedere ad una coppia che calcava il campo insieme per la prima volta. Il probante test contro gli azzurri di Benitez ha però poi generato l’ottima prova contro l’Atletico Madrid del duo olandese-ghanese, che ha ben retto gli attacchi spagnoli, andati a segno solo nel finale di gara a causa di una disattenzione difensiva. In Serie A, Essien ha collezionato, dal suo arrivo, 3 panchine in 5 gare, scendendo in campo solo 117 minuti, 90′ contro i partenopei e 27′ contro la Sampdoria.

Seedorf ha fin qui sottolineato, attraverso le sue scelte, l’importanza dell’avere una panchina lunga e che nessun giocatore deve sentirsi fuori dal progetto, ma l’impiego di Essien per il ritorno contro l’Atletico Madrid, complice l’arruolabilità di Muntari, è tutt’altro che scontato: le quotazione per un posto da titolare dell’ex Chelsea, potrebbero salire  solo qualora De Jong non riuscisse a recuperare dalla botta al gluteo.

È comunque troppo presto per emettere una condanna definitiva, bisogna dare tempo ad un giocatore che ha dimostrato ampiamente il suo valore nel corso della sua brillante carriera.

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