Lo strano caso di Rami: da punto fermo a imputato, ora va protetto

Certo, non ha ancora dato il meglio e nel doppio scontro europeo contro l’Atletico Madrid ha lasciato a desiderare, ma è davvero già il momento della bocciatura definitiva? I segnali in questo senso, forse un po’ a sorpresa, non sembrano essere particolarmente incoraggianti o ottimistici.

Adil Rami, insomma, la riconferma al Milan dovrà davvero sudarsela. Sì, perché quei 7 milioni utili alla sua riconferma, ora come ora, sembra non volerli spendere più nessuno. Non lo vuole Clarence Seedorf, che sta facendo pressioni per la sostituzione con Alex del Paris Saint Germain, non lo vogliono più i tifosi, che non vedono in lui quella sicurezza e quel senso della posizione che ogni difensore centrale che si rispetti dovrebbe avere.

Eppure il francese, nel complesso, così male non ha fatto. Perché è giusto, giustissimo ricordare l’incubo Diego Costa, ma è altrettanto corretto riconoscergli un innato, spiccato senso del goal (3 centri in 8 gare sono davvero tanti per un difensore) e decisi, convinti tentativi di guidare un reparto quanto mai allo sbando.

Seedorf, però, continua a non fare nulla per nascondere il suo scetticismo: anche domenica, in quella che doveva essere la partita del riscatto contro il Parma, gli ha preferito un elemento come Mexès, a corto di concentrazione e motivazioni ormai da un po’. Scelta curiosa, al limite dell’autolesionismo. Inevitabile, a questo punto, arrivare ad una semplice riflessione: perché accantonare in modo così frettoloso il miglior difensore della rosa attuale? Gli anni d’oro di Nesta e Thiago Silva, lo sappiamo tutti, sono finiti da un po’. Allo stato attuale è Rami il miglior difensore rossonero: perché quindi non tutelarlo, in attesa di ulteriori e auspicati nuovi innesti sul fronte mercato?

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