Le “piccole” bloccano la riforma: le comproprietà restano nel nostro campionato

Addio alle comproprietà nel calcio italiano? Non se ne parla! Questo almeno secondo le intenzioni del Consiglio della Lega di Serie A, che ha messo a tacere tutte le voci su una possibile riforma che escludesse questo particolare tipo di tesseramento, che, ricordiamolo, è presente solo nel nostro Paese. Nelle votazioni effettuate in assemblea si nota come siano state le cosiddette “piccole” a bloccare la riforma, per la quale invece erano favorevoli le big nostrane. A votare per la cancellazione delle comproprietà, infatti, sono state, secondo quanto riferito da SportMediasetJuventus, Milan, Roma, Napoli e Lazio. Contro questa riforma, invece, si sono schierate Atalanta, Bologna, Cagliari, Parma, Torino e Udinese.

Il presidente della Lega, Maurizio Beretta, ha spiegato la vicenda: “Dove c’erano posizioni non condivise si è deciso di rinviare per ulteriori approfondimenti“. Lo stesso, poi, ha spiegato l’eventuale applicazione del FairPlay Finanziario nel nostro campionato: “Dovrebbe partire dal 2015/16, ma dovrà essere approvato dall’Assemblea. Vedremo in quale anno partire in modo da consentire alle società un punto di atterraggio non dirompente. L’idea è quella di impostare a 25 giocatori il numero massimo della rosa, più un numero illimitato di Under 21. Confermata invece la capienza minima accettabile degli stadi di Serie A a 20mila posti, con una deroga del 20%“.

Ancora un passo indietro, dunque, per il calcio italiano, che di questo passo vedrà aumentare sempre di più la forbice con gli altri campionati, avanti anni luce non solo per la qualità dei giocatori, ma soprattutto per aver dei sistemi indubbiamente più flessibili e rapidi del nostro…

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