Robinho, la figurina. E il mercato brasiliano non è ancora chiuso…

Ha perso senso e valore, difficile definirlo in questo Milan. Robinho ormai è un lusso quasi solo di denaro (contratto da 2.5 milioni di euro fino al 2016), non è più imprescindibile e adesso, anche con Seedorf, sembra essersi cucito addosso l’etichetta di riserva. Da dosare con cura.

Stasera a Firenze, nonostante la squalifica di Poli, si siederà in panchina per le terza occasione di fila, anche se con mister Clarence, va detto, c’è un eccellente confronto: sorrisi, consigli e stima. E’ stato schierato con costanza, ma quando il brasiliano si è fermato al palo, anzi, alle traverse, la fiducia è diminuita a vista d’occhio. E allora gioca persino Honda al suo posto. Un attaccante che si sposa al meglio, per caratteristiche, al 4-2-3-1, ma fuori posto se il rendimento, come sta succedendo, non prevede corsa e convinzione. Sprecone ed annebbiato. E’ da più di un anno che il Santos lo cerca e lo vuole, è da più di un anno che il Milan è disposto a cederlo, ma la richiesta della società prima e del giocatore poi, lo sappiamo, non hanno mai significato un accordo. Chissà se verrà trovato da qui ai prossimi 5 giorni, visto che il mercato brasiliano chiuderà solo il 31 marzo. Provocazione e basta.

Robinho non segna dal Sassuolo (12 gennaio), una marea di tempo che però non sembra averne compromesso la convocazione al Mondiale. Uno degli album delle figurine di Brasile 2014, non a caso, lo ha previsto come sicuro di un posto. Nulla di ufficiale, tranne che il sito specializzato Last Sticker ha rappresentato bene l’equazione: Robinho uguale bella statuina.

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