Non si può mai dire che “è colpa di Silvio Berlusconi”: perché?

Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Collabora con La Gazzetta dello Sport, Il Giornale e Leggo. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason (canale 114 del DTT).

Quante critiche ho ricevuto per questa foto. Era esattamente un anno fa, alla vigilia di Juventus-Milan di Coppa Italia. Il presidente Berlusconi mi manifestava il suo malessere sul momento rossonero, poco dopo aver introdotto in diretta televisiva il concetto di “mela marcia“. Due parole destinate rapidamente a fare storia. Ebbene, oggi siamo qui a parlare di un Milan nel momento più basso della sua incredibile parabola cominciata nel 1986. Ieri è stata una domenica che bollente è dire davvero poco e tutti, chi più e chi meno, sono stati tirati dentro il vortice della colpevolezza: Adriano Galliani, Clarence Seedorf, Mario Balotelli in quanto rappresentante della squadra. Solo una persona è rimasta intonsa, intoccabile, come spesso, come sempre: Silvio Berlusconi.

Ma a volte si può dire che ha colpa anche Silvio Berlusconi? Basterebbe ammettere molto candidamente che l’ennesima scommessa di un allenatore vergine non è andata come le precedenti, come basterebbe rendersi conto che, se oggi il Milan è un supermercato di parametri zero, è perché la politica della società è cambiata in corsa. E la politica, ieri come oggi, è ancora rappresentata unicamente da Silvio Berlusconi. Che poi il comportamento dell’ad dalla cravatta gialla non sia stato sempre trasparente negli anni è un dubbio legittimo, ma c’è mai stato qualcuno in grado di vincere da trasparente al 100% nel mondo del calcio? Se per avere uno dei migliori Zlatan Ibrahimovic di sempre e per ammirare (almeno) un anno di un grande Mario Balotelli abbiamo dovuto accettare anche gli Emanuelson e i Didac Vilà, forse (e sottolineo forse) ne è valsa la pena.

Resta un grosso, grossissimo problema. Anzi, due: il presente e il futuro. Secondo il Corriere dello Sport di oggi, il presidente Berlusconi si sarebbe pentito della scelta di Seedorf: uno degli argomenti odierni nel consueto pranzo familiare di Arcore potrebbe parlare rossonero. E chiamarsi Filippo Inzaghi. Ricordiamo che tra SuperPippo e la società c’è un patto: questa, comunque vada, sarà l’ultima stagione nell’orbita del settore giovanile rossonero. Sulle sue tracce c’è già Maurizio Zamparini e il Palermo che molto probabilmente tornerà in Serie A, ma la suggestione di vedere Inzaghi già allenatore del Diavolo “dei grandi” è fortissima. Fortissima in una stagione, la prossima, che avrà bisogno di colmare quell’entusiasmo che in partenza di certo mancherà. A meno che, su quella panchina, non siederà Pippo Inzaghi.

Twitter: @Chrisbad87

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