Spagna, scoppia il caso: il governo si schiera per il Barcellona

Il governo spagnolo difende il Barcellona per il “caso Neymar” e si dice sicuro che il club catalano “ha agito in modo pulito e legale. A spezzare una lancia in favore della società – che la settimana scorsa ha versato al fisco 13,5 milioni per chiudere ogni pendenza economica e il cui ex presidente Sandro Rosell è sotto inchiesta per frode nel trasferimento dell’asso brasiliano – è il sottosegretario con delega allo sport e presidente del Consiglio superiore dello sport, Miguel Cardenal, di origini basche.

“Il Barcellona è un patrimonio del calcio spagnolo”, scrive Cardenal in un suo articolo su El Pais, intitolato “Orgogliosi del Barcellona“, e nel quale si augura che presto, “per il bene dello sport, si ponga fine a questa esposizione mediatica“. Cardenal si pone come “scudo” per salvaguardare un club che “ha contribuito alla gloria del calcio spagnolo” ed ora si trova “tartasssato e accusato“. “Il Barca – argomenta il sottosegretario – non è solo un bene fondamentale del ‘marchio Spagna’, ma è anche un club sportivo di riferimento, sociale e sportivo, e quello che paga più tasse di tutti. Pertanto, mi auguro che tutto questo frastuono finisca”.

Cardenal è stato criticato aspramente dai partiti di opposizione in Congresso – PSOE, UDyP e ICV – i quali lo hanno accusato di essere stato imprudente e gli hanno ricordato che il Barcellona è sotto inchiesta da parte della magistratura perché avrebbe truccato le cifre sull’ingaggio di Neymar, che sarebbe stato pagato 38 milioni più di quanto dichiarato: 95 anziché 57.

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