SM ANALISI/ In attacco, ad ogni azione (non) corrisponde una vera reazione: gol facili e veloci, ma…

I numeri dicono che l’attacco del Milan, con 53 gol (a pari merito con il Parma), è il quinto della Serie A. Impossibile metterli in dubbio, difficile digerirli. Come valore tecnico, non c’è dubbio, i rossoneri valgono molto di più, ma visto il rendimento complessivo di quest’anno, mediocre ed imprevedibile, è anche un piazzamento meritato. La squadra di Conte ne ha segnati quasi 20 in più, quella di Garcia, prossimo avversario in campionato (domani ore 20.45), 16; l’Inter 4.

Seedorf, dopo un impatto inziale poco diverso rispetto ad Allegri in termini realizzativi, è però riuscito a guarire un reparto sottotono ma cruciale. Se dalla Lazio in poi la squadra ha cambiato marcia a suon di vittorie, lo deve soprattutto al netto miglioramento della fase offensiva. Dal 2-4 subito dal Parma a San Siro (16 marzo) al 3-0 con il Livorno, il Milan è riuscito a fare la bellezza di 14 centri nelle ultime 7 sfide: media spaccata di 2 gol ogni domenica. Non male. Merito di Balotelli? Sì, ma non solo. Perché SuperMario ha colpito 4 volte su 14, il resto lo hanno fatto specie Kakà con 3 gol e Taarabt con 2; a completare la classifica Rami, Mexes, Honda, Montolivo e Pazzini. C’è di più, dall’1-1 dell’Olimpico in poi i rossoneri hanno imparato a segnare sempre nel primo tempo, andando quindi in vantaggio. Indizi che fanno una prova, medicina essenziale per una rosa che ha dimostrato di essere incapace di reagire: non a caso, nei 12 incontri (4 sotto la gestione Seedorf) nei quali il Diavolo è andato sotto nel punteggio, solo in 2 episodi (Catania-Milan 1-3 e Cagliari-Milan 1-2) è riuscito a rimontare.

Limiti e difetti che spesso, come in questo momento, vengono nascosti più che superati. Di sicuro la crescita di Seedorf e del Milan la si può leggere ed osservare analizzando il miglioramento dell’attacco, grazie al solito bomber, agli acquisti di gennaio ed ogni tanto ad una buona capacità di mandare in rete anche difensori e centrocampisti. Nella sostanza, da quando il nuovo modulo ha conquistato senso ed equilibrio.

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