Catania: punte jolly, ma fasce e mediana…

Questa sera arriva alla Scala del Calcio il Catania del neo allenatore Maurizio Pellegrino. Gli etnei occupano l’ultimo posto della classifica e, con soli venti punti all’attivo, distano sette lunghezze dalla quartultima, il Bologna, al momento salvo per il rotto della cuffia. Le sei sconfitte subite negli ultimi sei incontri riassumono al meglio la situazione della compagine siciliana, che ha raccolto un misero punto nelle ultime otto partite e che non conosce vittoria dal 16 febbraio, data in cui è andata in scena la sfida interna contro la Lazio. Ogni partita, però, fa storia a sé: il Milan, per evitare figuracce e proseguire la miniserie positiva, non può permettersi di abbassare la guardia.

Punto di forza: Barrientos-Bergessio.
Per il Catania c’è un solo modo per sbancare San Siro: chiudersi, metterla sull’intensità e sfruttare al meglio i calci piazzati, le azioni di rimessa a disposizione e le qualità della coppia d’attacco. Le due punte che Pellegrino dovrebbe schierare, Barrientos e Bergessio, sono compatibili tra loro e vantano un discreto potenziale. Il primo è un trequartista rapido e dinamico, che può essere schierato anche come ala o seconda punta, in possesso di cambio di passo, propensione all’uno contro uno, tecnica di base, doti da contropiedista e abilità nello sfruttare le seconde palle a propria disposizione. Gonzalo Bergessio, invece, è un centravanti che fa dell’opportunismo la propria arma migliore. La prima punta argentina può contare anche su un fisico compatto e su buone qualità balistiche. Malgrado non stia attraversando un periodo brillante, se servito con regolarità, è capace di lasciare il segno.

Punto debole: linea mediana-fasce.
Il reparto colpevole dei 57 gol subiti in 32 partite di campionato non è tanto la difesa centrale, non granitica ma comunque in grado di esprimersi su discreti livelli (se protetta a dovere), quanto il centrocampo, carente sotto ogni aspetto. I due interni garantiscono dinamismo, ma hanno problemi in merito al senso del gioco e della posizione: spesso si inseriscono in maniera improduttiva e non coprono a dovere la retroguardia, tanto che in determinate situazioni risultano poco efficaci anche nei contrasti. Il regista, Francesco Lodi, ha una bella tecnica ed è abbastanza bravo nel comprendere lo sviluppo delle azioni, ma manca di fisicità, aggressività, cambio di passo e abilità nella fase di interdizione. Infine, i rossoazzurri hanno problemi anche sulle fasce. Gli esterni di difesa (o di centrocampo in caso di 3-5-1-1) corrono molto e si spingono in avanti con regolarità ma, oltre a essere poco precisi in fase propositiva, spesso dimenticano di difendere e ripiegare. Dinanzi a dirimpettai di livello, vengono saltati senza opporre troppa resistenza.

Giocatore chiave: Francesco Lodi.
Il playmaker etneo non è un fulmine da guerra, è poco mobile e non è per nulla incisivo nei contrasti, ma è l’unico giocatore del Catania in possesso di fantasia e doti da facitore di gioco. Pericoloso quando batte i calci piazzati, se fosse coperto dai compagni di reparto, il centrocampista rossoazzurro potrebbe illuminare le punte con lanci e passaggi di buon livello. Lodi non è di certo un giocatore forte ma, in ogni caso, rappresenta il fulcro del gioco del Catania: la maggior parte delle azioni degli etnei passano dai suoi piedi. Detto questo, i mediani rossoneri dovrebbero spoetizzarlo senza troppa fatica.

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