Cattoli (agente FIFA): “Settimana decisiva per il futuro di Acerbi. Honda? Non è indispensabile”

Queste le dichiarazioni rilasciate nel corso di “Studio Mian”, a Milan Channel, da Andrea Cattoli, agente FIFA e procuratore di Acerbi: “La quarta vittoria consecutiva è qualcosa di importante per il Milan, ora l’Europa League è vicina: oggi come non mai contano i punti. Le sconfitte nel calcio aprono sempre discussioni, mentre quando si vince si tende a non cambiare nulla. Samp-Inter? La differenza l’hanno fatta il rigore fallito da Maxi Lopez, l’espulsione di Eder e i miracoli di Handanovic. In 11 contro 10 per l’Inter è stato facile, ha giocato sulle fasce e raccolto il massimo”.

Sui singoli: “Abbiati? Quando giochi nelle grandi squadre è normale essere sotto i riflettori, anche troppo: si è meno tranquilli, ma io continuerei con lui. Honda non è indispensabile per il Milan, Taarabt invece sì: è una presenza essenziale. Magari Honda, ieri, viste le diverse conclusioni da fuori, poteva dare una mano, ma non lo vedo un giocatore decisivo. Riscatto Rami? La volontà dei singoli è fondamentale, quello tra le società meno: se Rami vuole il Milan, scommetto che rimarrà. Rami non sta facendo dei miracoli, per questo strizza l’occhio ai rossoneri con dichiarazioni d’amore. Taarabt invece è stato decisivo, in questo senso è più tranquillo. E poi la base del riscatto è bassa, rispetto al valore del giocatore. Paloschi? Il Milan è stato bravo a cedere solo la metà, è stato un vantaggio per entambi: il prossimo anno può essere un’alternativa valida”.

Acerbi? Questa settimana farà l’ultima visita, che dirà se potrà riprendere l’attività agonstica a pieno oppure no: speriamo di sì. Oggi al primo posto c’è la vita e la salute, Francesco ha sofferto tanto perché è stato colpito dalla malattia nel momento migliore della carriera: un’involuzione fisica senza parole. E’ un tifoso del Milan da sempre, ma me l’ha sempre detto: ‘se non vado bene vado via, perché vuol dire che non sono all’altezza’. Con il Chievo ha raggiunto anche la Nazionale di Prandelli. Quest’estate ci sono stati i primi sintomi, dopo la sfida contro il Cagliari, con Nené che gli è saltato sopra e ha segnato, gli ho chiesto com’era possibile, mi ha risposto che era stanco morto. Ci siamo chiesti perché, dopo è iniziato un polverone mediatico allucinante, dove si è scritto anche del doping: falso! Ora sogna di guarire, poi di tornare a giocare: ha 26 anni, un difensore dimostra di poter dare il meglio di sé anche più avanti”.

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