Constant: “Ho detto no a Seedorf, così mi sono ripreso il Milan. Ora corro per conquistare l’Europa”

Per riconquistare il mio posto da titolare ho recitato il ‘mea culpa’, quando sono stato messo da parte ho affrontato Seedorf e compagni dicendogli che tutti potevano contare su di me“. Onore al merito a Kevin Constant che stamane, in un’intervista al Corriere dello Sport, analizza con lucidità il suo (passato) momento difficile ed affronta senza paura ogni singolo aspetto rossonero. Con una promessa: “Continuerò ad essere rossonero fino alla scadenza del mio contratto, nel 2017, non sono mai stato sul mercato e sono certo di essere ancora utile“.

Sulla sua situazione personale: “10 punti in 4 partite con me in campo 3 volte? Penso di aver confermato quello quanto valgo in una fase del campionato molto complicata e delicata. Sicuramente ho ritrovato la fiducia dell’allenatore. Seedorf quando è arrivato mi aveva chiesto di giocare in una posizione più avanzata, io non ero d’accordo: volevo continuare a fare il terzino sinistro. Questo ruolo l’ho imparato nel Milan, non ho ancora grande esperienza è vero, ma penso di essermi adattato con profitto. Emanuelson? E’ più offensivo di me ed attacca di più, ma se ha incontrato delle difficoltà è solo perché era tutta la squadra a non girare“.

Sull’Europa League: “Taarabt preferirebbe le vacanze? Io non vedo l’ora di iniziare già ad allenarmi, anche prima del previsto pur di partecipare a questa competizione. Per me non è un problema, anzi, vorrà dire che saremo più pronti per l’esordio del nuovo campionato, cosa che con Allegri non succedeva mai: non riesco a spiegarmi il motivo, il problema è che poi facevamo una grande fatica a rientrare nei primi posti“. Ma il vero rimpianto di stagione si chiama Champions: “L’Atletico era alla nostra portata, come abbiamo dimostrato a San Siro. E se l’avessimo eliminato, avremmo potuto finalmente affrontare un Barcellona meno forte rispetto al solito“.

Sulla riscossa del Milan: “La fase difensiva dipende sempre molto dalla condizione generale della rosa, sicuramente c’è più solidità dietro e solidarietà in attacco, che ci dà sempre una mano. Con Seedorf dietro siamo migliorati, abbiamo equilibrio: attacchiamo con il 4-3-3 e difendiamo con il 4-4-2. Difesa alla francese? In effetti io Rami e Mexes ci intendiamo alla perfezione, ma se c’è da dire un ‘vaffa’ non ci sono mai problemi… Bonera? In effetti è più frenato rispetto ad un terzino tradizionale, non affonda perché ha ottime qualità di copertura. Io ho licenza di spingermi in avanti con tranquillità perché so che non creo grossi problemi ai miei compagni, basta che poi torno“.

Su Catania e Livorno, Niang e il razzismo: “Io non mi illudo, non mi fido. Quest’anno siamo riusciti a perdere anche contro squadre molto più deboli di noi, bisogna essere sempre concentrati. 0 gol nel Milan? E’ vero, mi manca, speriamo di farlo prima della fine dell’anno: con il Catania ho segnato l’unica rete con la maglia del Genoa. Niang? Sono sincero, ho passato tanto tempo con lui spiegandogli che è giusto attendere la sua maturazione, visto che non ha nemmeno 20 anni. Deve imparare a fare una vita da professionista, soprattutto fuori dal campo. Razzismo? Al Trofeo TIM dell’anno scorso sono uscito dal campo perché insultato, ma non dovevo farlo. La prossima volta non reagirò più, sarò indifferente: non bisogna dar spazio ad una minoranza in cerca di visibilità, che quando viene presa ha sempre la scusa pronta“.

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