Via la gatta, ci pensa Gatti…

Che l’Assemblea dei Soci di questo pomeriggio abbia scritto un capitolo nuovo ed interessante della storia del Milan è fuor d’ogni dubbio: si è trattata dell’ultima riunione di aprile senza Barbara Berlusconi, ad esempio, ma è stata soprattutto la prima nella nuova sede di Via Aldo Rossi 8. Poi ci sono le certezze, quei fattori che non cambiano mai: uno di loro si chiama Gatti, che all’anagrafe dovrebbe fare Giuseppe, azionista di lungo corso con 500 azioni al suo attivo.

I colleghi che di assemblee ne hanno vissute parecchie raccontano di scambi accesi ai tempi dei momenti bui di Dida, dell’addio di Pirlo e anche l’anno scorso dopo la Diaspora che portò, tra gli altri, Ibrahimovic e Thiago Silva a Parigi. Galliani annuncia alle 16.04 che non parlerà di calcio, diktat che si sgretola quando il microfono lo prende in mano lui. Si parla di monte ingaggi, un totale che è stato corposamente ridotto, è vero, anche se “pure i ricavi sono in diminuzione, da 275 a 254 milioni. Per questo occorre da parte nostra valutare l’attuale gestione“.

Fuorigioco la gatta Barbara Berlusconi (che del 2013 ha vissuto solo 12 giorni nel CdA), ecco che i Gatti prendono in mano la situazione. Ai presenti è parso di assistere a un unicum: il tifoso che, dall’alto della sua posizione di favore, può finalmente svuotare il sacco davanti ai vertici. E allora ecco che si torna a parlare della cessione di Pirlo, della condotta di Allegri, dell’arrivo provvidenziale di Lady B.: “Paghiamo 150 milioni di stipendi ai giocatori, qualche domanda bisogna farsela“. Il clima resta cordiale, ma il sasso è gettato.

Speriamo in Dio che Silvio Berlusconi faccia il presidente del Milan per i prossimi 100 anni“, sospira l’ad a cui risponde un altro azionista: “Il Milan esisteva anche prima“. Ancora Galliani: “Ma vinceva pochino…“. Da lì a passare a parlare dei presidenti del passato rossonero è un attimo: da Rizzoli a Carraro, fino a Giussy Farina, da cui Berlusconi ereditò un Milan in seconda istanza di fallimento. Il resto è storia e anche Gatti lo sa, ma serviva proprio un bastian contrario per dar vivacità a un evento per sé poco mediatico.

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