I gesti dell’insofferenza rossonera: braccia a cavatappi e pugni a terra

La pace in casa Milan non è tornata, anzi. Di sicuro le antiche questioni societarie, col doppio AD ormai ratificato, sono state mediate dal padre padrone Silvio Berlusconi anche con discreti risultati nel breve periodo. Non nel lungo, perché ad oggi, dopo qualche mese di tranquillità e vittorie sul campo, lo scaricabarile quando si cerca un colpevole nell’incapacità rossonera di vincere una partita contro un top team di serie A è un intricato nodo di dichiarazioni senza capo né coda. Ma soprattutto l’aria tesa si sente anche a livello di spogliatoio.

Seedorf sta facendo fatica a reggere l’urto di uno spogliatoio con delle crepe: la querelle Montolivo è stato uno scossone mica da ridere, anche se arginato alla bell’e meglio dal tecnico olandese. Ieri sera, invece, durante la partita a molti è sembrata evidente una certa insofferenza da parte di molti giocatori, principalmente Balotelli e Taarabt. Il primo, tanto per fare un esempio, scatta palla al piede, cerca qualcuno con un colpo di tacco elegante ma quando la palla è vacante si accorge di essere solo in mezzo a quattro maglie giallorosse con Kakà, Honda ma soprattutto Taarabt a distanza siderale: al che Mario fa un evidente movimento a cavatappi con le braccia e manda a quel paese Adel. Tempo che finisce la medesima azione e Seedorf lo richiama in panchina, SuperMario strabuzza gli occhi, sorride ironico e esclama un “Anche!” strappato dalle telecamere. La sostituzione non va giù e i mugugni continuano in panchina con Emanuelson per concludersi con la discussione ai microfoni Sky.

Uguale si può dire per Taarabt: una corda di violino ieri sera. La squadra non gira, e i numeri personali non riescono: un mix letale per molti. Lui corre e lavora, si becca i rimproveri di Mario per passaggi e movimenti sbagliati e sfoga la sua rabbia in gesti che poco possono coesistere in una squadra dove regna la tranquillità. Uno l’episodio clou che ci va di segnalare: già sul 2-0 e con la partita che andava concludendosi, il Milan vince un rimpallo a metà campo con Taarabt che sembra essere in traiettoria per dare il la alla ripartenza; invece, la palla sbatte contro l’arbitro che cercava di togliersi dal mezzo dell’azione fermando i rossoneri. Il marocchino fa ampi gesti con le braccia e manda al diavolo più persone possibili, imprecando vistosamente.

Ma ce ne sarebbero altre decine di gesticolazioni da sottolineare: le continue simulazioni di Balotelli e quella di Robinho come a dire “va be, non riusciamo a segnare, speriamo ci diano almeno un rigorino”; lo stesso numero 7 che fa un bruttissimo fallo su Toloi, che avrebbe meritato come minimo un cartellino giallo; capitan Montolivo che scivolando involatosi verso la porta sbatte con violenza due volte i pugni per terra; e poi le mani tra i capelli dopo i gol sbagliati sotto porta da Taarabt e Pazzini, i falletti fastidiosi da dietro di Rami e Mexes e chi più ne ha più ne metta. Tutti segni di una tensione che si taglia a fette, una squadra inquieta e a tratti disunita che sfoga i suoi problemi in questa comunicazione non verbale che agli occhi di molti vale più di mille parole.

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