Kakà scopre l’America solo nel 2015: Europa e… potere dei soldi

Il potere dei soldi. Al Milan c’è un grosso problema economico, un danno causato dopo l’addio (ormai quasi matematico) alla Champions per l’anno prossimo e il rischio di non riacciuffare nemmeno l’Europa League. Questo peggiorerà il bilancio nell’anno solare 2014/2015 (non quello del prossimo CdA) e costringerà la società a cercare acquirenti prima di pensare agli acquisti. Una grande cessione, nelle sensazioni, è pressoché scontata.

E il sacrificato potrebbe essere Sua Eccellenza Kakà. Da più di 7 giorni si conosce l’esistenza di un clausola nel contratto (scadenza 2015) che gli permetterebbe, senza Champions, di lasciare il Milan in qualsiasi momento. L’eventuale qualificazione in Europa League, vincerla vale 25 milioni di euro, non avrebbe nessuna incidenza sotto questo aspetto, l’unica speranza è che riesca a rappresentare un motivo valido per il brasiliano a rimanere ancora in rossonero. Al di là del (difficile) Mondiale o meno. Senza Champions, poi, è previsto un taglio del 20% sull’ingaggio dell’intera rosa, che Kakà subirà in maniera più pesante considerato che il suo stipendio è il più ricco (4 milioni). Il suo entourage non ne vuole sapere: si va verso lo scontro. Sullo sfondo rimane l’America. L’interesse dei Los Angeles Galaxy, scrive stamane La Gazzetta dello Sport, si è ormai raffreddato. Tim Leiweke, principale sponsor di Kakà in California che oggi rappresenta il Toronto, non può permettersi, finanziariamente, il 31enne centrocampista dopo l’approdo dell’ex-Roma Bradley. Rimane viva l’ipotesi Orlando City Lions (Ricky è in in ottimi rapporti con Flavio Augusto da Silva, uno dei proprietari del club), che però entrerà in MLS solo nel 2015, insieme al nuovo club di David Beckham.

Ecco perché la logica suggerisce che Kakà rimanga al Milan ancora un anno per poi chiudere la carriera nel Nuovo Mondo. A costo di sacrificare giocatori come Balotelli e Taarabt, per esempio. Di sicuro sarà un’estate di cessioni.

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