Magrin e Biffi: “Ecco i segreti dei nostri pulcini”

Il settore giovanile rossonero sta facendo sempre meglio, a partire dai Pulcini. I piccoli rossoneri conquistano titoli in tutta Europa affrontando, e battendo, le migliori squadre a livello continentale. Il mensile ufficiale milanista, “Forza Milan”, ha intervistato i due allenatori dei Pulcini (2004 e 2005) per farsi raccontare qualche segreto: Marino Magrin (2004) e Andrea Biffi (2005).

Una breve presentazione delle due squadre, Magrin parla dei suoi 2004: “Li alleno con Simone Baldo, sto portando avanti il grosso lavoro dell’anno scorso di Mister Biffi e Massimiliano Sorgato, perfezionando i fondamentali e insegnando qualche nozione di gioco di squadra. Devo dire che i ragazzi ci stanno dando delle grandi soddisfazioni. Il gioco di squadra è la naturale conseguenza del miglioramento individuale dei ragazzi, che iniziano a collaborare con fantasia e, magari, cercando di emulare le giocate dei più grandi“. Biffi spiega più nello specifico l’origine della cantera rossonera: “I nostri piccoli rossoneri vengono da ogni parte della Lombardia e anche dalla confinante provincia di Novara. Nel loro sguardo sono impressi ancora lo stupore e la meraviglia di un’avventura che sta per compiersi: ogni allenamento, ogni gara, ogni minuto passato al Centro Sportivo Vismara per loro è un nuovo passo che vivono, come è giusto che sia alla loro età, con una gioia particolare. Sono pieni di talento, dai portieri agli attaccanti, sono stati scelti per le loro qualità tecniche e caratteriali. quest’ultimo sarà molto importante per il loro cammino”.

Un piccolo focus sulla storia personale dei due mister, Magrin: “Devo ringraziare Mauro Bianchessi e Angelo Carbone che hanno avuto fiducia i me. Da due anni sono tornato a lavorare al settore giovanile del Milan. Come ho detto prima, c’è una forte sinergia con Simone Baldo ed entrambi puntiamo molto sulla formazione calcistica e caratteriale dei giovani. Cerchiamo di crescere i ragazzi abituandoli a gestire nel migliore dei modi la palla, in modo che in partita la squadra mantenga il più possibile il possesso. Crescere un talento però non significa solo insegnare calcio, ma è un lavoro che ha l’obiettivo di formare giovani uomini e quindi non va assolutamente trascurato l’aspetto comportamentale“. Biffi: “Ormai sono diversi anni che mi occupo della squadra dei Pulcini Under 9 e ad ogni stagione l’entusiasmo di lavorare ‘per’ i bambini aumenta. Lungo questo viaggio vengo accompagnato ancora una volta dall’allenatore in seconda Massimiliano Sorgato e dalla fisioterapista Nicole Mantovanelli: se posso permettermi, quasi una seconda mamma per questi bimbi“.

I due allenatori elencano le caratteristiche del prototipo del piccolo rossonero, Magrin: “La scelta dei ragazzi è molto attenta e non tiene conto solamente delle qualità calcistiche dei giovani, ma coinvolge anche l’aspetto caratteriale. Si guarda sicuramente la tecnica individuale del bambino ma anche la sua partecipazione al gioco, il suo coraggio“. Biffi: “I risultati sono frutto in primis, della scelta fatta sui bambini in fase di scouting e poi sul lavoro svolto in campo. Non nascondo che le tante vittorie sono state accompagnate da un gioco divertente e propositivo, atto a evidenziare le qualità di ogni singolo bambino. Durante qualsiasi partita è impossibile non notare la tecnica, il dinamismo, l’intelligenza e il carattere che mostrano scendendo in campo“.

Infine un commento sul lavoro dell’allenatore in una categoria così speciale come quella dei Pulcini. Magrin: “Devi fare l’istruttore di calcio, ma soprattutto devi metterti al livello del bambino capendo le sue problematiche, la sua evoluzione non solo fisica ma anche psicologica. Bisogna essere attentissimi a tutto, cercando di non lasciare nulla al caso, e saper affrontare tutti i problemi che si presentano a quest’età“. Biffi: “I bambini portano dentro di sé un grande entusiasmo, tanta allegria e una quantità incredibile di gioia. Un buon allenatore deve solo saper canalizzare tutte queste energie positive in campo, coltivando il loro coraggio e la creatività unica di ogni bambino. Ma sarebbe riduttivo parlare solo di campo, la differenza si fa nello spogliatoio, prima e dopo le gare, durante i tornei. Grazie allo sport possiamo lavorare, su alcuni valori che li aiuteranno nella vita come l’aggregazione, il rispetto, la sana competizione, la passione, il saper vincere e accettare le sconfitte“.

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