Roma: DDR perno, tridente da sballo

L’ora della verità si avvicina. Questa sera il Milan scende in campo allo Stadio Olimpico contro una delle squadre più forti e più in forma del momento, la Roma di Rudi Garcia, e si gioca gran parte del proprio futuro. I giallorossi sono autori di un gran campionato: occupano la seconda posizione della classifica e, pur essendo già qualificati alla fase a gironi della prossima edizione di Champions League, sono determinati a concludere al meglio la stagione e a incrementare il loro score (al momento vantano 82 punti). Per i rossoneri si prospetta una gara difficile. Sì, perché la Roma è una corazzata compatta, tecnica e brillante, che è solita schierarsi con un 4-3-3 equilibrato e caratterizzato da un gioco d’attacco spumeggiante.

Punto di forza: centrocampo-tridente.
La solidità difensiva della Roma, che in 34 giornate di Serie A ha subito soltanto 19 reti, è dovuta a un assetto tattico efficace sotto ogni aspetto e a un centrocampo di livello. I tre mediani stasera a disposizione di Garcia sono molto duttili e abbinano qualità e quantità: sanno proteggere al meglio la difesa, svolgere con successo la fase di interdizione e rendersi pericolosi in avanti. Cardine della Roma è Daniele De Rossi, centrocampista arretrato portatore di grinta, fisicità, senso della posizione, intelligenza tattica, qualità tecniche, precisione nell’impostazione del gioco e stacco di testa. Barriera insuperabile. Al suo fianco agiscono Miralem Pjanic e Radja Nainggolan che, pur avendo caratteristiche diverse (il francese è più tecnico e dinamico nello stretto, mentre l’ex Cagliari è un incontrista bravo negli inserimenti), contribuiscono a fare in modo che la Roma si impossessi della linea mediana.

Il tridente offensivo, infine, è uno spettacolo. Guidato da un Francesco Totti sempre più leader e capace di fare la differenza, l’attacco giallorosso non assicura punti di riferimento agli avversari e colpisce con facilità. Fantasia e concretezza. E’ questa la sintesi delle features del capitano giallorosso, che unisce qualità balistiche, estro, visione di gioco e forza fisica. Sulla fascia bisogna inoltre fare i conti con un fulmine chiamato Gervinho, esterno d’attacco dalla velocità supersonica, eccezionale nel dribbling e nel cambio di passo, bravo a creare superiorità numerica con estrema naturalezza e a sfruttare gli spazi a propria disposizione. Corsaro on fire. Molto bene anche la corsia opposta, che dovrebbe essere presidiata da Adem Ljajic, rapido, dotato dal punto di vista tecnico e incline ad accentrarsi alla ricerca dell’azione personale o della conclusione.

Punto debole: discontinuità De Sanctis.
Qual è il tallone d’Achille di una Roma forte e compatta, propensa ad assicurare dinamismo e intensità, contraddistinta da un assetto tattico impeccabile e mirato a fornire massima vicinanza tra i reparti e da una fase difensiva del tutto brillante? Non può essere la difesa che, pur dovendo fare i conti con l’assenza di Benatia, è formata da singoli di livello ed è protetta al meglio dal centrocampo e dal lavoro delle ali. Il punto debole della Roma può essere individuato nel portiere, Morgan De Sanctis, che a volte commette errori evitabili. L’estremo difensore sa il fatto suo, sa farsi valere tra i pali e nelle uscite e comanda anche la retroguardia, ma non sempre è continuo nel rendimento. Ogni tanto incappa in ingenuità banali che possono incidere in maniera negativa sul risultato finale. Può infatti capitare che si conceda qualche preziosismo di troppo con la palla tra i piedi, che non sia molto concentrato dinanzi a conclusioni provenienti dalla distanza e che non sia puntuale nelle uscite. Certo, nella maggior parte delle situazioni, De Sanctis è affidabile. Ma una sua défaillance, precedenti alla mano, non rappresenta un’ipotesi del tutto remota.

Giocatore chiave: Daniele De Rossi-Francesco Totti.
Sono loro l’anima della Roma, gli idoli del popolo giallorosso, i valori aggiunti di una squadra ben impostata. Capitan futuro, Daniele De Rossi, è una diga difficile da superare. Incaricato di fare da collante tra centrocampo e difesa, il guerriero giallorosso recupera palloni senza perderne e, oltre ad avviare le azioni d’attacco, garantisce stabilità e compattezza a ben due reparti. L’altro punto fermo della Roma non può non essere Francesco Totti, attaccante versatile, spesso illuminante e dal fisico potente, che durante la propria carriera ha dimostrato di poter essere decisivo in qualsiasi circostanza. Nel corso della partita non dovrebbe agire come centravanti fisso, ma rendersi pericoloso svariando su tutto il fronte, partendo in alcuni casi da una posizione più arretrata e cercando anche di fare salire la squadra. Factotum.

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