Una scelta fuori dagli schemi che toglie luce al presidente: nel Milan non c’è spazio per due boss

Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Collabora con La Gazzetta dello Sport, Il Giornale e Leggo. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason (canale 114 del DTT).

Che Clarence Seedorf non fosse un personaggio convenzionale è sempre stato chiaro ancor prima che arrivasse in rossonero da giocatore. Grande carisma, sguardo potente e occhi sempre proiettati verso il futuro. E Clarence il suo futuro lo vede ancora fortemente al Milan, anche dopo le interviste che ha rilasciato ieri a Giorgio Porrà per Sky Sport e ad Alessandra Bocci per Gazzetta dello Sport. Nulla di strano se non fosse che, in un club che ha sempre fatto della comunicazione il suo fiore all’occhiello, per la prima volta un allenatore decide di concordare non uno, bensì due one to one all’oscuro dell’ufficio stampa di via Aldo Rossi. Scelta sufficiente per gettare il club nuovamente del caos, al punto tale che, mai come ieri, l’olandese ha rischiato il siluramento in grande stile a sette giorni dal derby. Ma i tempi sono cambiati, ormai lo sappiamo. E, senza l’egida del presidente Berlusconi, le guerre non solo interne alla società ma anche tra i media.

Sembra infatti che la direzione della comunicazione rossonera abbia saputo degli appuntamenti di Seedorf nella hall del Westin Palace non dal diretto interessato, ma da colleghi solitamente inviati al seguito del Milan impettiti perché al Westin non sono stati invitati. Scenari della peggior Inter, in pratica. Scenari a cui noi, personalmente, non siamo mai stati abituati e mai avremmo pensato di vivere con tale costanza. Le parole del mister, peraltro, sono tutto fuorché taglienti: poco limone e tanto miele con, in ordine, una grande difesa personale, una grande difesa di Mario Balotelli e il punto sui rapporti con Adriano Galliani. Strategia perfetta, da allievo che supera il maestro, per chi è riuscito intelligentemente a mettersi al riparo da avventate decisioni di una società ora davvero con le spalle al muro: potrebbe mai reggere, infatti, la motivazione dello “sgarro” all’ufficio stampa A.C. Milan di fronte a un possibile esonero che ora più che mai suonerebbe come un autentico autogol?

Quel che sembra certo è che Clarence Seedorf non siederà più sulla panchina rossonera dopo il 30 giugno, soprattutto alla luce del fatto che l’ad dalla cravatta gialla, oggi, non è più così in bilico come qualche mese fa. L’olandese paga sicuramente il poco feeling con i senatori rossoneri, ma soprattutto la scelta di crearsi a Milanello un pool “extra Milan”: dalla presenza ingombrante dell’agente e portavoce Deborah Martin a tassisti e cuochi personali. Dal 1986 in questa società c’è spazio per una sola primadonna: il presidente che ieri, tra l’altro, impegnato nel salotto domenicale di Barbara D’Urso, si è visto sottrarre parte di un prezioso ritorno di immagine proprio dalla scelta dell’ex Botafogo. Troppi interessi, inciuci ed equilibri precari per non dire rotti: argomenti che restano sempre tanto lontani dal calcio giocato e che ci impediscono ancora una volta di parlare di derby, del recupero di El Shaarawy, delle nuove bizze di Balotelli. Del calcio vero, insomma. E tra poche ore Galliani è atteso in Lega…

Twitter: @Chrisbad87

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