Ah, l’obiettivo era il quinto posto?

Riflessioni e un mare di stranezze, attorno al Milan l’aria si è (ri)fatta pesante. E senza un minimo di preavviso. Vinci 1 a 0, senza convincere, a San Siro e con di fronte una squadra ormai retrocessa, va bene, ma vinci. Conquisti il quarto successo di fila, arrivi finalmente ad accarezzare l’Europa League e… Seedorf verso l’esonero. Ma come? E soprattutto, perché?

Adesso si scopre che è il quinto posto il piazzamento minimo da raggiungere, dopo che, dall’11 marzo in poi, giorno della disfatta di Madrid, la società ha pubblicamente dichiarato che quel sesto posto, allora un miraggio, valeva oro. Ma la gestione dello spogliatoio proprio non va giù alla dirigenza, che ha preso il “caso” Montolivo come esempio per confermare un’insofferenza quasi di fondo nei confronti dell’olandese. In un mese i rossoneri dovranno recuperare almeno 3 lunghezze al Parma e almeno 5 all’Inter, solo così Seedorf sarebbe al sicuro. In attesa del prossimo giro. Un obiettivo che ha il sapore di minaccia silenziosa, difficilissimo ma non impossibile: visto il calendario, è più che possibile che le due squadre lascino per strada quello che serve al Milan per rimontare e sorpassare, il problema è vincerle tutte (o al massimo perderne una sola). Speranze e voglia di combattere, voci fuori dal coro permettendo. Sbagliare è umano, persevare no. E qualcuno, lo diciamo senza paura, sta raccontando il falso: Seedorf oggi non rischia, o perlomeno rischia molto meno rispetto ad un mese fa. Un addio a suon di successi, qualcosa di veramente assurdo.

E’ un anno così, di lune storte e malelingue. Di sicuro la conferma Seedorf dovrà ancora meritarsela e l’accesso all’Europa League è un’ancora di salvataggio essenziale da raccogliere, ma serve protezione. Oggi a Milanello, va chiarito anche questo, non c’era in programma nessun faccia a faccia tra Clarence e Galliani, che non si ameranno alla follia ma non hanno bisogno di scenari da boxe per parlare con calma ed intelligenza.

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