Poli, adesso basta panchine!

Trequartista, terzino destro, mezz’ala. Anzi no, esterno offensivo. Anzi sì, centrocampista centrale. Poi, improvvisamente, il vuoto: una, due, probabilmente tre panchine consecutive senza neanche vedere il campo un minuto. La storia di Andrea Poli con Seedorf potrebbe essere racchiusa in queste semplici righe, sinonime di una confusione societaria che ha portato nella bufera anche le scelte tecniche del proprio allenatore. Poli, da quando Clarence Seedorf è arrivato sulla panchina rossonera, è passato in un mese da tuttofare a desaparecido. Ma ciò che soprende non è la scelta tecnica, ma la motivazione: la ricerca dell’equilibrio in campo.

Appena sbarcato a Milanello, Seedorf ha preso Poli sotto braccio e dopo un periodo di apprendistato lo ha sempre schierato,  tra febbraio e marzo, in tutte le posizioni del campo. L’invenzione nella gara di San Siro contro l’Atletico Madrid, per contenere la spinta degli spagnoli sugli esterni: Poli trequartista è stata la più bella sorpresa della serata, con quel palo nel primo tempo che grida ancora vendetta. Poi si è spenta la luce. La squadra si è arenata ed ha incominciato a imbarcare acqua, e Seedorf ha gettato giù dalla scialuppa proprio l’ex nerazzurro che adesso non viene più preso in considerazione. Le panchine consecutive aumentano e domenica sera il derby contro la sua ex Inter potrebbe essere l’occasione per rivederlo in campo dal primo minuto.

Seedorf spiegava la scelta dell’esclusione di Poli come ricerca di equilibrio, dimenticandosi la duttilità e la corsa dell’azzurro che risulterebbe perfetta nei due mediani davanti alla difesa nel modulo dell’olandese. Il derby di domenica sera, con Montolivo spostato più avanti al fianco di Kakà e Taarabt, potrebbe essere l’occasione per rivederlo: Seedorf, perche farsi del male da solo?

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