Seedorf e i cento giorni della discordia: ecco come l’olandese si è fatto odiare dal “suo” Milan

Cento giorni: è il tempo che Clarence Seedorf, giorno più giorno meno, ha passato sulla panchina del Milan. Arrivato come il “salvatore della patria” dopo la disastrata fine dell’era Allegri, in poco più di quattro mesi è stato abbandonato da tutti, a cominciare dal suo mentore Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, che lo aveva fortemente voluto sulla panchina del suo Milan, sin da subito ha iniziato a rendersi conto che le cose non andavano come lui desiderava. Tante piccole cose, sia dentro che fuori al terreno di gioco, ed ecco l’epurazione, di quelle che sarà una delle più dure della recente storia rossonera.

Stando alla Gazzetta dello Sport, la principale colpa che il patron rossonero ha imputato all’allenatore olandese consiste nella testardaggine nel perseguire le sue idee e le sue manie, piccole o grandi che fossero, manifestando un integralismo che ha fatto crescere sempre di più il “partito all’opposizione”, sia nello spogliatoio, che nelle stanze di Casa Milan. Scelte tattiche difficili da comprendere (su tutte quella di non schierare mai Balotelli e Pazzini insieme), richieste particolari e molto onerose (otto uomini per lo staff), la presenza ingombrante dell’agente Deborah Martin, i metodi di allenamento poco “ortodossi”, la mail semi-minacciosa a Tassotti, l’incontro con la Curva Sud dopo il Parma. E’ questa solo una parte dei “capi d’accusa” mossi al Professore, che è stato condannato senza appello a lasciare il club meneghino.

Il suo posto, ora, verrà preso da Pippo Inzaghi, scelto all’unisono da Berlusconi e Galliani. SuperPippo sulla panchina rossonera rappresenta l’ennesima vittoria di Adriano Galliani, che solo qualche mese fa sembrava sul punto di mollare tutto, stretto tra la morsa di Barbara Berlusconi e di un cambiamento radicale dei ranghi societari. E invece l’uomo dalla cravatta gialla ha vinto ancora una volta, tornando al timone virtuale di una nave che deve essere condotta il prima possibile fuori dalle acque tempestose.

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