Dalla ricostruzione che non parte al dramma Montolivo, ma c’è chi sale…

È terminata nel peggiore dei modi una settimana non facile per tutto il mondo rossonero. L’infortunio subito ieri sera da Riccardo Montolivo all’inizio dell’amichevole della Nazionale contro l’Irlanda, che lo costringerà a saltare i Mondiali e a stare lontano dai campi per circa quattro mesi, ha scosso tutto il calcio italiano in generale e quello milanista in particolare. Oltre all’aspetto umano di un evento così negativo, ci sono da considerare, infatti, anche le ricadute sullo spogliatoio rossonero, che sarà privato del suo capitano e di uno dei leader della squadra per l’inizio della prossima stagione. Montolivo, infatti, effettuerà domani l’operazione per rimettere a posto la tibia fratturata e, dopo un normale periodo di convalescenza, comincerà la lenta riabilitazione, che dovrebbe costringerlo a rimanere fuori squadra almeno fino a fine settembre. IN RIBASSO.

Altra notizia che definiremmo negativa è il tira e molla sulla questione allenatore. Scaricato, anche se non ancora ufficialmente, l’inesperto ma finora produttivo Clarence Seedorf, i rossoneri hanno deciso di puntare sul non certo navigato Pippo Inzaghi. Ma, come lo abbiamo già definito, si tratta di un rischio enorme e ingiusto, poiché SuperPippo avrebbe avuto bisogno di qualche altro anno di tempo per fare esperienza, visto che sembrerebbe proprio l’inesperienza il problema di Seedorf, anche se, ovviamente, non lo è. Invece si è scelto il nome più “facile”, da tutti i punti di vista, quello a cui poter assegnare una rosa non competitiva senza troppi problemi, preferito dopo che sono andati a vuoto i tentativi fatti per altri tecnici di spessore. Insomma, più che una promozione, lo definirei un possibile capro espiatorio. Si rischia, infatti, di rovinare un’altra leggenda rossonera. IN RIBASSO.

Da questo scenario se ne apre un altro, anch’esso non troppo positivo per i colori del Diavolo. Ai sempre meno probabili riscatti di Rami e Taarabt, si aggiunge il presunto malumore di Balotelli, il cui potente procuratore, Mino Raiola, starebbe lavorando sottotraccia con Wenger per portare il proprio assistito all’Arsenal dopo il Mondiale. Un’idea che, tra l’altro, non sembrerebbe dispiacere alla società rossonera, che ha disperato bisogno di monetizzare e che proprio dalla cessione di Mario, mai entrato in sintonia con Berlusconi, potrebbe guadagnare quel tesoretto che chiede Inzaghi per dare il via alla ricostruzione. Di sicuro Balo non andrà via per meno di 20 milioni, ma il problema è che non ci si può accontentare di sostituti non all’altezza. E i dubbi che la strategia si riveli sbagliata sono molteplici. IN RIBASSO.

In questa settimana buia, in questa Babele di idee e di rinunce per la ricostruzione, c’è una notizia positiva, c’è un punto fermo, che si poteva perdere e del quale si è per fortuna capita l’importanza. Mauro Tassotti sarà ancora il vice allenatore del Milan. L’addio di Seedorf alla panchina rossonera, infatti, ha dato il via libera alla permanenza del Tasso, voluto fortemente da Inzaghi come guida saggia ed esperta. Lo storico vice allenatore, inoltre, aveva promesso ad Allegri di seguirlo nella sua nuova avventura, ma, mancando proposte concrete, il tecnico livornese ha dato il via libera a Tassotti, che ha preferito rimanere a Milanello, lì dove ha costruito ed è parte indelebile di una gloriosa storia. IN RIALZO.

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