Storie di 4-3-3: da Allegri a Inzaghi. Ma Berlusconi che ne pensa?

Il calcio moderno è tattica allo stato puro ormai. Soprattutto a questi mondiali si è visto come anche le squadre che sarebbero dovute essere materasso, con un minimo di disciplina tattica e buon atletismo, sono riuscite a sbattere fuori compagini come quella italiana, spagnola o inglese. E di tattica si discute anche in casa Milan, perché il modulo rossonero non è mai stato affare esclusivo dell’allenatore: Silvio Berlusconi ama le due punte col trequartista alle spalle, ma questo modulo è consono alle necessità del calcio di oggi?

Partiamo con ordine. Punto uno: Allegri. Il tecnico livornese, mai fino in fondo amato dalla tifoseria e dal presidente Berlusconi ma sostenuto strenuamente da Adriano Galliani, puntava fortissimo sul 4-3-3 con gli esterni alti a fare un lavoro incredibile in copertura (ricordiamo un El Shaarawy strepitoso nell’interpretazione di questo ruolo). Poi il crack, il gioco non vince più: Allegri perde, ma non tatticamente anche se Berlusconi non ha mai apprezzato il suo approccio; perde lo spogliatoio e a gennaio 2014 dopo due stagioni e mezza viene allontanato. Arriva Clarence Seedorf. L’olandese parte con un 4-2-3-1 dall’ariosità europea: l’idea fallisce subito per le evidenti debolezze difensive, riportando il Milan sulla strada del 4-4-2 e di un Kakà alle spalle di Balotelli, come piace a Berlusconi insomma.

Anche Seedorf viene bocciato, infine, più per ennesimi demeriti personali che per deficienze tattiche. Ora tocca a Pippo Inzaghi. La sua idea è quella di tornare al 4-3-3 mai caro al presidente. Il mercato va in questa direzione e a SuperPippo sono stati dati ampi poteri anche in termini di mercato, visti i suoi colloqui personali con Menez e con Iturbe. Tuttavia l’augurio è che anche lui non fallisca in termini gestionali, perché gestione e organizzazione sono sempre intrecciati: quando l’uno va male si critica l’altro e per forza di cose quando va male l’altro si critica l’uno. Berlusconi al momento non si è espresso sulle intenzioni di Inzaghi. Aspettare e vedere sono il must.

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