Nessuna luce in fondo al tunnel

È una settimana disastrosa quella che si è conclusa con il tonfo di ieri sera contro il Manchester City nella Guinnes Cup. Dopo il 3-0 rimediato dall’Olympiacos in settimana, i rossoneri sono riusciti a fare peggio contro i Citizens, prendendone addirittura 5, 4 dei quali in un quarto d’ora. La squadra di Inzaghi è parsa, in entrambe le uscite, statica, scollegata, senza idee. Assoluto tallone d’Achille, manco a dirlo, la difesa, ridicolizzata da Jovetic e compagni. La facilità con la quale sia i greci che gli inglesi penetravano nella retroguardia rossonera lascia sconcertati. E se si pensa che quella vista ieri sera sarà probabilmente la difesa titolare del Milan in campionato, c’è veramente da avere gli incubi. A questo punto la dirigenza deve rendersi conto del nome che porta questo club, per intervenire pesantemente sul mercato e porre fine a queste figuracce. IN RIBASSO.

Tuttavia, se diamo uno sguardo al mercato, la situazione sembra andare di male in peggio. Le trattative, o meglio l’idea di fare trattative, sembrano essere in una continua fase di stallo. Il mercato del Milan resta fermo agli arrivi a parametro zero di Menez, Alex e Agazzi e ai riscatti di Albertazzi e Rami. I tanti buchi di un gruppo incompleto vanno a cozzare con alcuni ingaggi pesanti di giocatori poco utili al progetto, che tengono in ostaggio la dirigenza rossonera. Zaccardo, Mexes, Zapata, Essien, Abate sono tutti elementi strapagati, tutta gente che, secondo il nuovo allenatore rossonero, servirà poco al nuovo Milan da battaglia che dovrà sputare sangue per tornare competitivo. Emblematico è il caso di Robinho, che da quasi 24 mesi rimane in sospeso: il Milan lo vuole vendere, ma non riesce. Una settimana fa l’addio sembrava finalmente vicino ad una svolta, l’arrivo del suo agente a Milano e l’incontro in programma con la dirigenza rossonera suggerivano qualcosa di diverso rispetto al solito. Ma un weekend dopo siamo costretti a commentare l’ennesimo nulla di fatto, con una società che si tiene ancora un giocatore fuori dal progetto, ricoprendolo d’oro. I rossoneri sono chiamati alla stagione della ripartenza, ma così appare assai difficile e un’altra annata complicata sembra profilarsi all’orizzonte nonostante i buoni propositi di Inzaghi. IN RIBASSO.

Tuttavia, nessuno pensa davvero che Cerci non arriva solo per colpa di Binho, nemmeno i soldi risparmiati dagli stipendi del numero 7 e Ricky messi insieme possono spaventare il Torino: la verità è che manca il potere, il denaro, il fascino, l’Europa. Il mercato è fermo soprattutto per questo. Dopo la buona partenza con gli acquisti di Menez, Alex e Agazzi, infatti, vi sono state solo chiacchiere, obiettivi più presunti che non reali, sbattuti in prima pagina, spesso senza alcuna richiesta ufficiale ai club. Intanto Iturbe, seppur a cifre spropositate, è volato a Roma. Lavezzi è stato blindato dal PSG, così come Criscito e Santon rispettivamente da Zenit e Newcastle. Di Campbell, l’attaccante costaricense, non si è quasi più parlato. Anche Romulo è vicinissimo alla Juventus dopo un timido sondaggio rossonero. Il sogno Douglas Costa è durato il tempo di una notte, il tempo di capire che il ragazzo è bloccato a Donetsk da una clausola di 50 milioni. Insomma, il Milan fa la lista, gli altri comprano. L’immobilismo di queste settimane potrebbe costare davvero carissimo. Fermarsi qui con gli acquisti, vorrebbe dire smentire tutte le buone intenzioni palesate solo pochi giorni fa a Casa Milan, in occasione del primo giorno di ritiro. E se l’unico acquisto possibile è quello di Dzemaili, che non è certo il centrocampista di qualità chiesto da Inzaghi, la sola voglia di far bene non porterà questa squadra oltre un sesto/settimo posto. IN RIBASSO.

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