SM ANALISI/ Diego Lopez, quanto mi costi? La top-5 degli ingaggi dei portieri nell’era di Silvio Berlusconi

“Abbiamo preso il portiere più forte d’Europa”. Così Adriano Galliani, tra l’ironia degli scettici e il naso storto dei più convinti, ha accolto Diego Lopez, nuovo portiere rossonero e nuovo numero uno che ribalta completamente le gerarchie tra i pali: Abbiati è diventato un secondo di lusso (da qui ecco l’interesse della Juventus, ndr), Agazzi si chiede perché il Milan abbia deciso di puntare su di lui se poi l’ha bocciato ancor prima dell’inizio della stagione ufficiale, Gabriel vuole giocare e chiederà di essere ceduto. In tutto questo, però, il Milan si è accollato l’ennessimo stipendio pesante che porta Diego Lopez direttamente sul podio degli ingaggi dei portieri nell’era Berlusconi. Ma vediamo nel dettaglio.

I valori dell’ingaggio dei primi due storici portieri dell’era Berlusconi, Giovanni Galli e Sebastiano Rossi, non sono dati a sapere. C’era un’altra moneta, il Milan era una vetrina di lusso per un presidente in rampa di lancio e includerli in questa classifica sarebbe stato fuorviante. Abbiamo deciso così di prendere in considerazione gli ultimi dieci anni, constantando che il portiere più pagato rimane sempre Dida. Il brasiliano, in rossonero dal 2002 al 2010, si aggiudica la medaglia d’oro con uno stipendio massimo di 4 milioni. Dietro di lui proprio Diego Lopez, con un contratto di quattro anni a 2,5 milioni. Sul gradino più basso del podio Abbiati, che all’apice della sua carriera si è fermato a 2,2 milioni. Quarto, a sorpresa, Zeliko Zalac, secondo portiere di Dida dal 2005 al 2009, con uno stipendio di 2 milioni. Chiude questa speciale top-5 Amelia, con un milione.

L’arrivo di Diego Lopez, che diventa il secondo portiere più pagato nell’era Berlusconi, conferma che l’investimento del Milan sul giocatore è stato decisamente importante. Inzaghi gli ha già affidato le chiavi della porta rossonera, adesso spetterà a lui ripagare la fiducia della società. Nel caso non dovesse riuscire a partire col piede giusto, ha quattro anni per convincere l’allenatore. Ecco questo, forse, è stato l’unico errore sul nuovo numero uno di Inzaghi.

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