Mario Balotelli capitano, le ragioni di una scommessa (l’ennesima)

Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee prima di intraprendere l’attuale strada di Food&Beverage Manager a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter.

Da un anno sono uno dei più convinti sostenitori dell’ipotesi di affidare la fascia di capitano del Milan a Mario Balotelli. I suoi comportamenti sono spesso in antitesi con quello che dovrebbe essere il leader o almeno l’esempio per i compagni. Farlo capitano, durante l’assenza di Riccardo Montolivo, non è una provocazione. Anzi…

Il primo “pro” è una sorta di ultima spiaggia. Allegri, Seedorf, Prandelli le hanno provate tutte e Inzaghi ne proverà ancora di più per mettere SuperMario nelle condizioni di acquisire un ruolo di guida nel Milan. Hanno provato sempre a sfruttare al massimo le sue indiscutibili quanto discontinue qualità. Forse manca proprio quest’ultima: responsabilizzarlo nel massimo grado possibile, provando a chiedergli non solo di fate gol, ma anche di guidare i compagni con carisma. Per i rossoneri sarebbe l’ennesima scommessa, quella più delicata perchè si punta tutto sulla definitiva maturazione dell’uomo più che sul fuoriclasse in campo. Bisogna provarci.

Ma attenzione al “contro”. Al Milan ci sono tanti giocatori che rivendicherebbero o credono di poter avere qualche carta migliore per ottenere la fascia di capitano: da Abbiati e Bonera, per “anzianità di servizio”, a De Sciglio, per essere il simbolo del giovane cresciuto e consacrato nel mondo rossonero, fino magari a Pazzini, per un carattere “poche chiacchiere e tanto lavoro”. Lo spogliatoio accetterebbe di scommettere col Milan sulla responsabilizzazione di Balotelli? E’ un quesito delicatissimo, ma che un ex veterano come Inzaghi puó sciogliere meglio di altri. Insomma, o adesso o mai più.

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