
“Dico ai tifosi che il Milan sarà una squadra che lotterà: chi non lotta non potrà mai giocare nel mio Milan”. Conferenza stampa del raduno, 10 luglio 2014.
Meno di un mese all’inizio di una nuova stagione, il mercato rossonero stenta a decollare: la società di via Aldo Rossi rimane ferma agli acquisti a parametro 0 diAgazzi, Menez e Alex e ai riscatti di Poli e Rami. In attesa di Armero e Diego Lopez, aspettando che possa finalmente arrivare a Milanello l’esterno offensivo tanto pubblicizzato, abbiamo contattato in esclusiva per SpazioMilan.it Alessandro Pavan, agente FIFA e collaboratore del responsabile talent scout del settore giovanile dell’A.C. Milan nel Triveneto.
Il mercato del Milan rimane attanagliato dalla scarsa liquidità e dalla necessità di cedere prima di acquistare. Come può il Milan sopperire a questa difficile situazione?
“Il problema delle liquidità attanaglia indistintamente quasi tutte le società di tutte le divisioni, ed il Milan è tra queste. Le possibilità sono varie, ma attualmente non tutte percorribili. La presidenza al momento non riesce ad investire cifre importanti, e non sembra disposta ad aprirsi nei confronti di investitori stranieri. Per cui, si aspetteranno i saldi di fine mercato o gli immancabili prestiti con diritto di riscatto per approntare una squadra competitiva. O ancora, dando fiducia a qualche valido elemento della Primavera“.
Sono puramente economiche le difficoltà che ostacolano la società rossonera?
“Credo di no. La gaffe sulle competenze tra il Dott. Galliani e Barbara Berlusconi ne è una prova. Silvio Berlusconi deve cercare di riprendere la regia delle operazioni, altrimenti la società potrebbe sbandare“.
Il club rossonero può sempre contare sulla storia, il blasone e la prestigiosissima etichetta di “club più titolato al mondo”…
“Il Milan è uno dei grandi simboli del calcio. Il suo blasone ha un fascino che pochi club al mondo possono permettersi. Chiaro è che se la società non è in grado di assecondare le richieste economiche del giocatore la situazione si fa estremamente complicata. Il blasone gioca a favore se il competitore è un club di minor appeal, ma a pari prestigio sono i soldi a far pendere la bilancia da una o dall’altra parte“.
Pippo Inzaghi è l’uomo giusto per restituire il Milan al pubblico di San Siro?
“Inzaghi è un grande conoscitore dell’ambiente, specialmente per quanto riguarda lo spogliatoio e la sua gestione. Se riesce a trasmettere il suo carisma alla squadra sicuramente essa scenderà in campo con un piglio diverso dalla passata stagione. Può essere un’operazione come quella vista con Seedorf, a basso costo. Però penso che in questo momento critico un allenatore competente e con esperienza poteva far recuperare certi equilibri. Ad esempio Spalletti, ma l’ingaggio è alto“.
Il progetto giovani è di difficile attuazione, il tifoso rossonero chiede giustamente chiarezza.
“Come in tutti i settori produttivi italiani, si investe davvero poco sulla formazione degli individui. Primi su tutti gli allenatori delle giovanili ed i preparatori. E chi ne risente per primi sono i ragazzi delle scuole calcio. Ogni allenatore ha delle idee diverse, moduli diversi. I ragazzi crescono e passano nelle mani di altri con mister che stravolgono ciò che avevano imparato fino a quel momento. Quindi, è giusto dare un senso di continuità lungo tutta la gavetta delle giovanili, perché il fine ultimo è raggiungere la prima squadra. In Spagna ad esempio tutte le squadre giovanili giocano sempre con lo stesso modulo. Detto questo, i giovani di prospettiva vanno subito sotto ai riflettori e vengono caricati di eccessive aspettative. Poco alla volta vanno integrati nel gruppo, facendo fare a loro esperienza, anche in società di minor categoria. Il potenziale delle giovanili è enorme, ma va dato loro il tempo ed il modo per esprimersi. Il progetto giovani intrapreso negli ultimi anni dal Milan, complici le esigenze di risultati, sembra essersi arenato troppo presto: la scelta-Essien, ad esempio, viene fatta in un’ottica di risparmio e di esperienza. Ma magari al giocatore sono mancati gli stimoli giusti che un giovane invece possiede“.
Eppure la valorizzazione dei giovani è un precetto fondamentale del presidente Silvio Berlusconi.
“Essi ricoprono ruoli attualmente deboli nella prima squadra. Mastour su tutti è il gioiellino di casa. In prospettiva è il classe ’98 più interessante in Italia. Certo è che non bisogna bruciare un talento così pressandolo troppo: panchina con la prima squadra, serate come ospite e sponsor importanti potrebbero destabilizzare un ragazzo di soli sedici anni. Se verrà gestito bene potrà essere un patrimonio per il Milan e per la Nazionale. Gli altri ragazzi si stanno disimpegnando egregiamente: i tempi di gioco di Modic, la grinta ed il cuore di Mastalli, i colpi dell’esterno Di Molfetta stanno entusiasmando Inzaghi e l’ambiente. Anche Cristante iniziò bene lo scorso anno, ma non venne più schierato. Un paio di questi elementi potrebbero rimanere con la prima squadra e crescere ulteriormente sotto l’ala protettiva dei senatori, e gli altri fare un anno in prestito per avere continuità“.
Lei è collaboratore del responsabile talent scout Milan nel Triveneto, per concludere: ci faccia il nome di qualche prospetto interessante.
This post was last modified on 9 Agosto 2014 - 20:17