Honda, il campionato non è il Trofeo Tim: una prova sottotono

Senza dubbio era fra i più attesi, soprattutto perché fra i più in forma, con due gol segnati nelle prime due giornate e con un rendimento complessivo abbastanza buono: Keisuke Honda è stato nuovamente schierato titolare da Filippo Inzaghi nel big match di ieri sera a San Siro contro la Juventus.

Reduce da un buon precampionato che ha spinto Inzaghi ha credere fortemente in lui sin dalle prime battute ufficiali, dal giapponese ieri ci si aspettava di certo una prova diversa, ovvero la solita presenza in fase di copertura e la sua pericolosità sui calci da fermo, gli inserimenti ed i passaggi vincenti. Niente di tutto questo:  Honda ha rappresentato idealmente la squadra che ha affrontato una Juventus compatta e, almeno al momento, superiore ai rossoneri. Una squadra bloccata, capace di produrre poche azioni offensive pericolose, la più pericolosa finalizzata proprio dal numero 10 ex Cska Mosca che, con un colpo di testa al 27’, ha fatto sussultare San Siro.

Un primo tempo giocato sufficientemente, una seconda frazione mediocre fino alla sostituzione con Pazzini al minuto numero 83. Insomma, uno stop infelice ma momentaneo: almeno, così dovrebbe essere. Occorre ripartire con la consapevolezza che si è solo all’inizio di una nuova avventura, che bisogna remare verso un’unica direzione, di squadra e personale: Honda è vistosamente migliorato rispetto ai suoi primi sei mesi rossoneri, ora deve trovare il giusto equilibrio e la tranquillità necessari per fornire prestazioni di ottimo livello.

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