SM ANALISI/ Inzaghi non basta: gli abbonamenti in calo, i numeri

Inzaghi nuovo allenatore del Milan, l’arrivo di Fernando Torres, l’entusiasmo contagioso del gruppo dopo le vittorie contro Lazio e Parma, la squadra sotto la Curva nonostante la sconfitta contro la Juventus. Tutti segni della rinascita del Milan che, piano piano, passo dopo passo, sta provando a riconquistare i tifosi dopo un periodo di disaffezione per questi colori. Ma tutto questo non basta, come testimonia la campagna abbonamenti 2014/2015 che la società sta portando avanti. I dati sono allarmanti e senza precedenti. Vedere per credere.

La nostra analisi parte dalla stagione 2007-2008, cioè dopo la vittoria di Atene quando il pubblico milanista aveva raggiunto il culmine del suo amore nei confronti di questi colori. Gli ultimi due anni di Ancelotti furono quelli con maggior abbonati: più di 40 mila, un record difficilmente battibile nei prossimi anni. Leonardo porto 25 mila rossoneri allo stadio con l’abbonamento, mentre gli acquisti di Ibra e Robinho nel primo anno di Allegri fecero lievitare le tessere a più di 30 mila, come l’anno successivo. Il terzo anno di Allegri, quello dell’addio ai senatori e del terzo posto all’ultimo secondo, conquistò solo 24 mila abbonati, come nell’ultima stagione: erano 23 mila i tagliandi venduti una estate fa. Infine arriviamo a quest’anno. La chiusura della campagna abbonamenti è stata posticipata sperando che l’entusiasmo della squadra potesse contagiare anche i tifosi, ma così non è stato: presto la campagna si chiuderà con poco più di 18 mila tessere vendute. Un record negativo senza pregressi.

Il tutto esaurito contro la Juventus non era sinonimo di abbonamenti in rialzo. Diciotto mila gli abbonati, sessanta mila i biglietti venduti: ecco il sold out annunciato e proclamato a mezza stampa. Ad Inzaghi spetterà anche questo compito: riportare i milanisti nella casa del Milan. Buona fortuna, Pippo, sicuramente te ne servirà.

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