Bayern potenza mondiale: fatturato stellare, uffici a New York e…

Come riportato da La Gazzetta dello Sport in una interessante analisi, il milione di euro donato dal Bayern Monaco per scopi caritativi non è un caso, ma rientra in un progetto di espansione mondiale con al centro la faccia buona di una società modello. Un milione può essere anche poco per un’azienda che ne fattura 528, però il Bayern è impegnato in molte altre iniziative di sostegno. Mettere la somma nelle mani dell’uomo che ha più visibilità sulla terra non è come dividere gli euro fra le centinaia di parrocchie sotto casa. In questo caso l’onda solidale avrebbe viaggiato fra le stalle e le industrie della regione che produce il 17,9% del prodotto interno lordo tedesco. Se un “premio partita” del genere ha come custode il Pontefice, si raggiunge in un attimo l’interesse planetario.

CONQUISTA IL MONDO IN DIALETTO — Oltre ad accumulare trofei, esercizio che riesce sempre, è questa riconoscibilità l’investimento studiato da Karl-Heinz Rummenigge e Uli Hoeness (anche se adesso è in carcere per frode fiscale). Senza però allontanarsi dal tessuto sociale del Land più vasto della nazione, più grande della Svizzera e più abitato (12 milioni) della Svezia: il motto è quello di ricordarsi sempre il proprio nome e Bayern significa Baviera, la regione. Fra le nove lingue del sito ufficiale, c’è anche il dialetto locale (Fc Bairisch) e l’espansione parte da Monaco senza mai troncare le radici. Dalla primavera scorsa è stato aperto un ufficio a New York con una divisione apposita che dovrà penetrare il mercato statunitense: “L’unica cosa più difficile da vendere agli americani è il calcio, oltre all’umore tedesco”, ha detto il presentatore Thomas Gottschalk, un Bonolis d’oltralpe, in luglio alla festa della presentazione della Fc Bayern Munchen Llc : è questo il nome della sezione Usa che proverà l’Amerika Invasion . Il bureau è al 22° piano di un grattacielo a Manhattan, nella sede di un altro distaccamento bavarese a New York, la Bayern Landesbank , ossia l’istituto bancario posseduto al 75% dal “Libero Stato di Baviera”, secondo denominazione ufficiale. Spettacolo, territorio, soldi, politica: è questa la linea mai interrotta dei campioni di Germania. Secondo Rudolf Vidal, mandato a dirigere il dipartimento a stelle e strisce, “ci sono 60 milioni di fan calcistici in Usa, 15 milioni si interessano al Bayern. Noi vogliamo raggiungere gli altri 45”. Hanno cominciato con due amichevoli: nella seconda, il 6 agosto a Portland, sono stati fatti arrivare apposta dall’Europa i reduci del Mondiale. Andata e ritorno, 18 mila km in 34 ore. Anche Bastian Schweinsteiger, ginocchio sfasciato, ha giocato: 8 minuti, i soli della sua stagione. Sacrificio per il marketing, il cui prossimo obiettivo è Shanghai, Cina.

CRESCITA IMPONENTE — Il 28 novembre il presidente Karl Hopfner, ex tesoriere ora sostituto di Hoeness, annuncerà la crescita del 22% del fatturato: la maggior impresa di spettacolo tedesca viaggerà sul mezzo miliardo (528 milioni), comprese però le plusvalenze (41). Senza è di 487. L’attivo sarà di 16,5 milioni, 2,5 più del 2013. La liquidità di circa 100 milioni, la rosa ne vale 570, i debiti per lo stadio saranno pagati con 15 anni di anticipo. La stessa Allianz, entrata nel club in febbraio, ha partecipato sborsando 110 milioni per l’8,33% delle quote. Adidas e Audi possiedono una parte uguale: totale 25%, il restante 75% è della polisportiva che comprende oltre 230 mila soci (quota annuale da 30 a 60 euro). Nel consiglio di sorveglianza siedono gli amministratori delegati di Adidas (Herbert Hainer), Audi (Rupert Stadler), Volkswagen proprietaria di Audi (Martin Winterkorn), dello sponsor Telekom (Timotheus Höttges), più l’ex presidente della regione Edmund Stoiber, candidato Cancelliere per la Csu-Cdu sconfitto da Gerhard Schroeder nel 2002 mentre si sentiva già in carica, tanto da dire, forse perché pensava a una gara del Bayern: “Queste elezioni sono come una partita che riprende dal secondo tempo e in cui noi siamo avanti 2-0”. Schroeder, tifoso del Borussia Dortmund, rimontò. Chiudono la confraternita di potenti Dieter Rampl, ex numero uno di Unicredit, e un editore, Helmut Markwort, proprietario del settimanale Focus , quello che fece uscire la notizia di Hoeness nei guai con il fisco. Al suo posto dovrebbe entrare fra poco Markus Riess (Allianz). Con queste tonnellate di peso socio-economico alle spalle, il Bayern potrebbe mandare avanti da solo l’Ue. La competenza sportiva viene data dalle leggende quali Rummenigge, Beckenbauer, Breitner oltre all’inguaiato Hoeness, l’appetibilità economica è invece garantita dalla presenza di un simile concentrato di aziende leader. C’è da fidarsi, lo dice anche il campo.
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