Champions, senza Milan sempre meno Italia: una questione di DNA

“Quest’anno la Coppa Italia dovrà essere la nostra Champions League“, parole di mister Inzaghi, uno che l’Europa l’ha vissuta e amata. Sperando, alla fine della stagione, di riuscire a raggiungere il terzo posto, in poltrona in questa due giorni abbiamo assistito a due sconfitte su due: prima il tonfo della Roma di Garcia contro il Bayern, poi l’1 a 0 subito dalla Juventus in Grecia. Più di un campanello d’allarme. Oltre all’arcinoto problema del ranking che tanto fa preoccupare Galliani, c’é nuovamente da registrare l’assoluta povertà italiana su scala internazionale. E senza Milan, ancora di più. 

L’anno scorso dopo il raggiungimento degli ottavi, con la Juventus già fuori dai giochi, Agnelli scrisse un sms all’amministratore delegato rossonero: “Vi abbiamo lasciati da soli ma conoscete bene la strada“. Al di là del risultato, é questione di dna, storia e tante altre ragioni difficili da spiegare e comprendere a pieno. Lo ha confermato anche un campione come Tevez: “La Juventus da sempre va forte in campionato, ma in Champions non abbiamo le stesse sicurezze”.

E di certo da ieri qualcuno avrà sicuramente pensato a cosa sarebbe successo col Milan al posto delle altre italiane. La musichetta preferita di Inzaghi, quella che manca a tutti i tifosi. Il sogno più realistico di questa stagione di rinascita, tornare lì perché questi colori hanno bisogno dell’Europa ma anche l’Italia ha bisogno dell’appeal rossonero. Con tutto il rispetto per “la nostra Champions” di questa stagione.

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