Inzaghi “rivaluta” la Coppa Italia. E le ragioni sono sensate e diverse

Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee prima di intraprendere la strada di Food&Beverage Manager a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter. E’ direttore editoriale della free press pomeridiana Mi-Tomorrow

Al di là delle parole di Filippo Inzaghi. Al di là del fatto che un trofeo è pur sempre un trofeo. Al di là dell’eventuale accesso in Europa. Quest’anno la Coppa Italia non può proprio essere snobbata dal Milan che non la mette in bacheca dal 2003, anno del trionfo in Champions League.

Superpippo ha parlato addirittura di “nostra Champions“, riferendosi all’importanza che vuol dare alla competizione nazionale. Certo è che nulla potrà essere lasciato al caso. Nè si spera di vedere in campo i cosiddetti “rincalzi” che spesso in queste occasioni mostrano più l’insoddisfazione di essere rimasti fuori a lungo piuttosto che giocarsi la chance. E allora la speranza del popolo rossonero, se davvero la Coppa Italia rappresenta un obiettivo della stagione (alla portata), è di vedere in campo le formazioni migliori.

Il calendario, tra l’altro, non è proibitivo. Almeno sulla carta. A metà gennaio la prima sfida degli ottavi di finale sarà contro una tra Chievo e Sassuolo. Poi da quella parte del tabellone le avversarie potrebbero essere Torino, Napoli e Lazio. Tutte squadre temibili che hanno sempre sfoderato buone prestazioni in queste occasioni. Insomma, ci sarà comunque da pedalare. Ma almeno Juve e Roma si incrocerebbero con la truppa di Inzaghi non prima dell’eventuale finale.

E’ presto per fare i conti, ma quelle dichiarazioni dell’allenatore mettono in luce una verità: la Coppa Italia non va più snobbata. Per il bene del Milan (di quest’anno, soprattutto). E, più in generale, per il calcio nostrano.

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