De Sciglio, la dimensione sicura ancora prima della condizione

De Sciglio fa comodo. Una giovane promessa quando serve, un simbolo del Milan, e del settore giovanile, quando gioca bene, un difensore impreparato quando delude. In ogni caso un grande giocatore se pensiamo all’attenzione con la quale viene analizzato ai raggi x dopo ogni prestazione.

Adesso non può essere più solo una questione di condizione, c’è da chiedersi profondamente la sua vera dimensione. Da quando è in Prima squadra, quattro stagioni fa, De Sciglio ha agito da terzino di fascia, destra e poi la preferita sinistra, ha sorpreso e convinto, fino a raggiungere uno standard, quello attuale, che spesso non basta. Fino adesso la condizione fisica ha retto bene, già una conquista visto il pessimo anno scorso. La domanda è semplice: qual è il suo vero ruolo? In questi giorni nel corso dei nostri appuntamenti, “SpazioMilan, l’emozione rossonera” su Top Calcio 24 e “Milan Time” su Radio Milan Inter, anche sui social, hanno risollevato un argomento datato e non scontato: Mattia, per indole, assomiglia più ad un difensore centrale. Non ha il fisico, non ha lo stacco di testa e non è altissimo, i “contro” vengono subito al pettine, ma i pro possono essere più profondi: ha il senso della posizione e dell’anticipo, nell’uno vs. uno è più bravo a difendere che attaccare, legge prime diverse situazioni e ha i piedi per provare ad impostare.

E non sarebbe un esperimento: Mattia, nelle giovanili rossonero, ha già assaggiato la posizione. E con Allegri in Serie A, nel gennaio 2013, riempì l’emergenza e con il Siena a San Siro superò proprio l’esame lì in mezzo. Numericamente stravolgere i piani non servirebbe, ma per il bene di De Sciglio forse sì. Il 2014/2015 con Inzaghi ci consegnerà un verdetto importante sul suo conto, senza un cambio di marcia, o un cambio di posizione, saremmo di fronte ad un problema.

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