Chievo, 2 anni fa: ricordi, ElShaa?

Sono passati poco meno di due anni dalla gara contro il Chievo del 3 novembre 2012. Per chi non se lo ricordasse, finì 5-1 per i rossoneri tra gli applausi scroscianti del pubblico di San Siro: al 16° minuto aprì le danze Emanuelson, centoventi secondi più tardi pareggiò Pellissier. Montolivo al 32° riportò in vantaggio la squadra di Massimiliano Allegri e Bojan al 41° segnò il 3-1. Il Milan dilagò segnando prima il 4-1 con El Shaarawy al 75° e poi il 5-1 con Pazzini allo scadere. In quella sfida, molti di voi ricorderanno con piacere e grande nostalgia l’ottima prestazione del Faraone. Quello fu l’apice del momento d’oro di El Shaarawy. Nell’occasione segnò solo un gol, ma quella fu la gara simbolo che dimostrò a tutti come Stephan fosse il leader indiscusso del gruppo milanista.

Sabato sera, il Milan giocherà proprio contro i veneti e la speranza è che quel ricordo possa essere di buon auspicio per l’attaccante rossonero. Gli anni sono passati e lo stato di forma non è quello dei tempi d’oro, oggi c’è sempre un alone di mistero sulle sue condizioni fisiche che gli impedisce sistematicamente di dimostrare il suo reale valore. Questa situazione è figlia dell’infortunio subito nella scorsa stagione, un grave stop che ne ha compromesso la crescita. In molti sono pronti a scommettere che non tornerà più quello di un tempo, nonostante i soli 22 anni da compiere a fine ottobre. Il rischio che rimanga incastrato in una sorta di limbo è molto alto: guarito dall’infortunio e fuori dall’inferno, ma ancora lontano dal perfetto stato di forma e il paradiso. El Shaarawy si impegna, non è un ragazzo che si tira indietro. Non basta però.

Nell’esordio da titolare contro la Lazio nella prima giornata di campionato, si era intravisto qualcosa di buono e concreto. Un assist dopo sette minuti per la rete di Honda, l’1-0 che aveva aperto le marcature. L’assenza contro il Parma per un piccolo infortunio aveva spaventato i tifosi che a sorpresa l’hanno rivisto in campo la settimana dopo contro la Juventus. 66 minuti, un’ora e poco più con il Milan chiuso a riccio in difesa. Un El Shaarawy sottotono ed estraniato dalla manovra rossonera è stato sostituito da Bonaventura, era l’unica soluzione possibile per Filippo Inzaghi. Drastico però il neo tecnico rossonero che l’ha tenuto seduto in panchina nelle due partite successive, sia contro l’Empoli che contro il Cesena. Ora il piccolo stop di Jeremy Menez, l’entità è ancora da confermare dai medici rossoneri, potrebbe aprire le porte del campo al Faraone. Riuscirà ad approfittare della grande opportunità?

Impostazioni privacy