El Shaarawy giudica se stesso, a Verona risplende la leadership

Dopo la grande vittoria del Bentegodi contro l’Hellas Verona, in casa Milan si respira un’aria nuova. Il quarto posto in classifica con 14 punti all’attivo, tiene alto il morale della squadra di Filippo Inzaghi e i volti rilassati in mix zone ne sono la dimostrazione migliore. Non tutti però sono felici e soddisfatti per la partita giocata contro i veneti. L’espressione e il labiale di El Shaarawy al momento della sostituzione con Menez dicono tutto sullo stato d’animo del Faraone. C’è veramente poco da interpretare o provare capire, le sue parole non lasciano spazio all’immaginazione. Tutti pensavano che fosse infuriato con il tecnico rossonero, in realtà era solamente uno sfogo contro se stesso: “Ero arrabbiato perché potevo fare meglio in qualche occasione. Quando un giocatore non gioca è normale che sia nervoso. Con Inzaghi ho un buonissimo rapporto, lui ha molta fiducia in me e io cerco sempre di ripagargliela. Oggi comunque l’importante era vincere”.

L’atteggiamento del numero 92 rossonero è ben gradito dalla società rossonera. Galliani ed Inzaghi apprezzano che El Shaarawy abbia voglia di giocare e segnare. Le parole dell’allenatore durante la conferenza stampa di sabato sono state chiare e dirette: “El Shaarawy? Ha detto cose che noi apprezziamo molto, tutti quelli che restano fuori si arrabbiano, anche io lo facevo, l’importante è che l’arrabbiatura sia fatta nel modo giusto, come nel caso di Stephan”. E anche Galliani è d’accordo: “Il Faraone ha detto solo cose carine, io ho paura dei giocatori che non vogliono giocare. Oggi essendoci più mezzi di comunicazione si vede qualunque sospiro”. Tralasciando sospiri o imprecazioni, l’attaccante rossonero ha giocato un’ottima partita contro l’Hellas. Un assist per Honda e tanta sostanza. Tanto movimento e tanta corsa, con gli avversari impegnati a coprire la sua fascia tralasciando quella del giapponese che, libero di fare ciò che voleva, ha segnato una doppietta. Ormai El Shaarawy è sempre più una costante.

Ha raggiunto la piena maturità ed è in grado di giocare ad alti livelli quando viene chiamato in causa, sempre. La rete all’esordio contro la Lazio è stato il primo segnale positivo, un grande rientro dopo un lungo infortunio. Piccolo stop contro il Parma e un’ora abbondante nella sconfitta contro la Juventus, il Faraone gioca una buona prova nonostante il ko. 180 minuti in panchina nelle sfide contro Empoli e Cesena, per rientrare poi contro il Chievo. Un quarto d’ora, in cui ha messo in seria difficoltà Inzaghi che ora si trova con un’abbondanza di attaccanti. La sfida di domenica contro il Verona, doveva dare delle conferme al tecnico rossonero e le conferme sono arrivate. Per chi si domandava quale ruolo avrà quest’anno El Shaarawy, ora avrà avuto tutte le conferme che cercava: protagonista. Non come nella stagione 2012-2013 con 16 gol segnati, ma un vero protagonista in grado di reggere da solo un reparto e comandarlo da leader. Insomma, il prototipo  di un vero campione e la reazione alla sostituzione ne è il migliore esempio.

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