Inzaghi: “E’ un Milan da Europa, Coppa Italia da vincere. Unione in società, innamorato del gruppo: grandi se prenderemo meno gol”

Queste le dichiarazioni da Filippo Inzaghi, allenatore del Milan, rilasciate in una lunga e  integrale intervista a La Gazzetta Sportiva.

Inzaghi allenatore del Milan, l’inizio: “Le parole del presidente mi emozionarono moltissimo (Arcore, 31 maggio 2014). Si era già capito qualcosa nei giorni precedenti, ma l’arrivo ad Arcore, le frasi, accorgermi che era tutto vero… Beh… Bellissimo. Cenammo guardando l’Italia in tv: lo ricordo bene perché era la partita dell’infortunio di Montolivo“.

Nuovo Milan, il primo bilancio: “Sono stati giorni belli, emozionanti, intensi. Faccio un lavoro meraviglioso in una società che mi ha dato tanto. I tifosi mi sono vicini, spero di dare tante soddisfazioni a loro e al presidente. Per fortuna ho trovato un gruppo sano che lavora con grande impegno. Presto crescerà anche l’autostima dei ragazzi: ci vuole il tempo giusto per immagazzinare ed elaborare tutto“.

Il calcio di Pippo: “Vorrei una squadra equilibrata che prenda pochi gol. Solo così si cresce e si diventa grandi. Però poi a me piace un calcio offensivo. Per adesso abbiamo il miglior attacco del campionato e ne siamo felici. Aspetto di avere a disposizione tutti i centrali difensivi per migliorare anche dietro. La squadra che gioca il mio calcio ideale? Il Real Madrid, e non solo perché in panchina c’è Carlo Ancelotti. Spesso fa 4-3-3 in fase offensiva e poi 4-4-2 o 4-2-3-1 in fase difensiva. Avere due sistemi di gioco è un vantaggio: un allenatore non deve avere idee immutabili, ma confrontarsi con la rosa a disposizione“.

Sui tifosi: “Il mio rapporto con i tifosi è speciale, ma spero di essere stato scelto soprattutto per le mie conoscenze. L’affetto della gente, comunque, va conquistato ogni partita con l’atteggiamento giusto“.

Dal campo alla panchina: “Anche da giocatore mettevo il bene della squadra davanti a ogni cosa. Il collettivo esalta sempre il singolo. So che è impossibile farsi amare da tutti, mi auguro che la correttezza sia apprezzata. Non farò mai una scelta per simpatia. Non stacco mai la spina. Arrivo a Milanello la mattina e me ne vado la sera. Interagisco moltissimo con il mio staff, che ringrazio per la competenza e la passione. A inizio settimana analizziamo la gara appena giocata, poi cominciamo a preparare quella seguente. Per fortuna Milanello è un posto bellissimo, perché io in pratica vivo qui“.

Se non dormo mai? “Sì, è vero. Ma in realtà anche quando allenavo Allievi e Primavera non è che dormissi molto. Io sono così: vivo la professione in modo totale, sto in piedi durante le partite esattamente come mi capitava nel settore giovanile. Fare il giocatore era più semplice… Adesso cerco di trasmettere la passione, di essere giusto nelle scelte, di mettere il gruppo davanti al singolo“.

L’errore che non rifarei? “Magari il programma delle amichevoli estive: noi non eravamo pronti e abbiamo sfidato squadre fortissime. Il rischio di una ricaduta sul morale era alto, ma i giocatori hanno reagito benissimo“.

Sulla società: “C’è grandissima unità di intenti tra me, Silvio Berlusconi, Barbara Berlusconi e Adriano Galliani. Dopo i pareggi con Empoli e Cesena il presidente riunì la squadra per complimentarsi per il gioco e la voglia: un segnale molto importante per tutti“.

Europa, torneremo presto: “E’ un Milan da Europa, perché il Milan non può stare fuori dall’Europa. Quindi noi dobbiamo innanzitutto fare meglio dello scorso anno e poi guadagnarci la qualificazione a una coppa. Vedremo poi quale sarà. Dopo la prossima sosta faremo un nuovo bilancio: per adesso siamo soddisfatti pur sapendo che dobbiamo migliorare molto. Mi stimola sapere che la società vive un momento particolare e che io posso lavorare per aiutarla. Ho la fortuna di guidare una squadra che amo. Spero di avere il tempo di lavorare con calma per riportare il Milan ai livelli abituali. Io sono ambizioso, torneremo presto in alto“.

Milan meglio senza prima punta? “Non sono d’accordo. Anche Menez è un attaccante e fa il centravanti a modo suo. Io devo essere bravo a mettere Torres, Menez e Pazzini nelle condizioni ideali per rendere al meglio“.

Sulla Coppa Italia: “Snobbarla? Per quest’anno la Coppa Italia è la nostra Champions League. Questo deve essere chiaro. Vincere un trofeo è sempre importante, adesso ancora di più“.

Sulla “cura” su Honda, Menez e Abate: “Bisognerebbe chiederlo a loro. Di sicuro si meritano i complimenti ricevuti finora: si allenano seriamente e dimostrano attaccamento alla maglia. Su Honda avevo sentito commenti negativi, ma si è meritato la mia stima in allenamento e partita. Anche su Menez mi sono informato, gli ho voluto parlare e in un minuto ho capito che era desideroso di venire al Milan per riconquistare la stima della gente e la Nazionale francese“.

Infine, su El Shaarawy: “Sa di avere la mia stima come uomo e come calciatore. Il 4-3-3 l’ho scelto per lui… Lo metterei sempre in campo, ma devo pensare al bene del Milan. E se gioca sempre con lo spirito mostrato nel finale della gara con il Chievo, in panchina ci starà molto poco. A volte per me è davvero difficile scegliere i titolari ed è un ottimo segnale“.

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