Promosso, con riserve, il primo Milan di Inzaghi. Ma l’Europa…

E’ ampiamente sufficiente ma poteva, forse doveva visto il calendario, essere ancora migliore la classifica del Milan dopo le prime sei giornate. Il bilancio, analizzato stamane da La Gazzetta dello Sport, ok nel suo complesso e in buona ripresa rispetto alle annate passate, evidenzia sorrisi e problemi, sostanzialmente nella stessa misura.

Il primo aspetto da benedire è lo spirito riconsegnato da Inzaghi alla squadra. Questo è un Milan che lotta e che non molla, coeso e unico per dedizione e sacrificio (vedi Empoli e Cesena): non si potrà vincere né competere sempre (vedi Juventus), però la voglia dei rossoneri difficilmente mancherà e servirà per sopperire alla forza dei rivali. Poi c’è l’attacco, o meglio la mentalità offensiva che tanto piace al presidente Berlusconi. Incessante il movimento delle punte, soprattutto degli esterni, costante la pressione verso l’area di rigore avversaria, le conclusioni non mancano e i gol fioccano. Il Milan rimane il miglior attacco del campionato. Terzo motivo up, il recupero e l’ascesa di giocatori essenziali: El Shaarawy in primis, ma anche Montolivo e van Ginkel per rimediare allo scarso tasso tecnico a centrocampo. Non mancano errori e debolezze: dalla difesa, una delle peggiori della Serie A, alla convivenza Torres-Menez ancora da sistemare, fino ad una carenza di personalità (specie nell’approccio). Non si spiegherebbero se no quei gol e quei pareggi in Toscana ed Emilia. Un difetto pesante e anche figlio degli anni scorsi.

Il verdetto finale, conclude la Rosea, parla di un quinto posto niente male, sopra Napoli, Inter e Fiorentina. Ma la Champions rimane distante: il Milan non è in pole. L’obiettivo più vicino rimane l’Europa League, ci sarà comunque da lottare.

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