Inzaghi sdoppia il Milan: il 4-2-3-1 è la normale evoluzione del 4-3-3

Un Milan generoso, divertente, offensivo. E duttile. Il Milan di Inzaghi. E’ questo il finale dell’approfondimento tattico di stamane de La Gazzetta dello Sport. Si torna sulla vittoria contro il Chievo di sabato scorso a San Siro perché in pochi, già al 40′ del primo tempo, si saranno accorti del cambio di modulo in corsa: dal 4-3-3 al 4-2-3-1, possibile grazie a Bonaventura.

Sufficiente la sua prova da mezz’ala, nonostante l’essere stato “costretto” ad agire sulla fascia destra, non la preferita. Inzaghi vuole un calcio di verticalizzazioni rapide, tagli e incroci degli attaccanti senza rinunciare all’equilibrio. L’ideale per SuperPippo sarebbe schierare sempre in campo quattro giocatori offensivi, ma uno di loro dovrà logicamente garantire anche la fase di recupero palla. Il Chievo è stato battuto grazie soprattutto a questa mossa, dal quadruplo beneficio: Menez, in primis, ha potuto accentrarsi e i rossoneri si sono trasformati; Honda ha avuto più campo per inventare; lo stesso Bonaventura (come si puà rinunciarci?) ha ritrovato le sue amate zolle e De Sciglio, in ripresa, più spazio per spingere con efficacia e coraggio. Solo Torres è rimasto senza benefici, autore di una pessima prova, scrive la Rosea.

Il 4-2-3-1 sembra la normale evoluzione del 4-3-3, il riassunto del presente del Milan sta tutto qui. Meno disordine e più dinamismo, la sosta delle Nazionali servirà per mettere a punto i meccanismi a Milanello.

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